Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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III. Isaotta nel bosco

Ballata dodicesima 15.

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Ballata dodicesima 15.

Era la fonte in una lene altura

coronata d’opachi elci e di mirti.

Rompevano li spirti

de la fonte tra’ sassi palpitando.

Non mai dolce sonò bistonia lira

come le fronde a ’l vento

su la natività de le bell’acque;

né fu sì chiaro il talamo d’Argira

e né pur l’ariento

u’ con la ninfa, poi che a Giove piacque,

Ermafrodito giacque.

Partìasi l’onda in rivoli tra’ massi

de ’l clivo, in più di cento

rivoli che brillavano, pesassi

fini e politi, con variamento

di carbonchi topazi e crisoprassi.

Attoniti mirammo; ed in noi nacque

desìo di bere… — O fonte, io t’inghirlando!




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