Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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VIII. Sonetti del giovane Autunno

II 23.

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II 23.

Li orti ove un con piè divino escisti

in contro a me, come ad Astìoco Elai;

la gran variazion de’ freschi mai

ove alta in fra le rotte ombre apparisti;

e il bosco ove a la luna i citaristi

facevan d’improvviso dolci lai,

e il fonte che mettea per que’ rosai

canali in una rete agile misti,

ora a ’l bacio de ’l sole ultimamente

vivono, in un sopore uguale e grave,

regnati da tal giovine tiranno;

e, poi che ancor te sognano presente,

o Primavera Isotta, dea soave

ridon beati ne ’l profondo inganno.




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