Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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X. Trionfo d’Isaotta 26.

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X. Trionfo d’Isaotta 26.

ALLA MANIERA

DI LORENZO DE’ MEDICI

Torna in fior di giovinezza

Isaotta Blanzesmano.

Dice: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Torna a questi orti novelli,

con un bel passo di dia.

Vanno i piè candidi e snelli

su per la giuncata via.

Fanno l’Ore compagnia

a la bionda Blanzesmano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Eran l’Ore in gran mestizia

pria che tu, Sole, apparissi.

Miste danzano in letizia,

ed in su’ capei prolissi

han ghirlanda di narcissi.

Portan rossi gigli in mano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Segue Zefiro, da ’l collo

puro, da la rosea gota,

bello quale il cinzio Apollo

in fra’ lauri d’Eürota

od il Latmio in selva ignota.

Versa rose da la mano.

Dice: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Seguon li altri molli Vènti,

fior recando in bocca loro.

Fanno becomponimenti

d’una danza, e polve d’oro

cospargendo vanno; e in coro

a la bionda Blanzesmano

dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Quindi vengono li Amanti,

quei che tiene antica pena.

Ridon pallidi in sembianti.

V’è Parigi con Elèna,

v’è la bella Polissena,

Analida e il buono Ivano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

V’è Ginevra la reina

che fu dea di fino amore,

e Rosenna evvi e Lavina;

evvi Fiore e Blanzifiore,

Tarsia e il prence Antigonore,

sere Arecco e il buon Tristano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Pur la donna v’è del Lago,

Oriana ed Amadigi,

e Bersenda da ’l cuor vago,

Brandimarte e Fiordaligi,

ed Artù che in su ’l Tamigi

fu già cavalier sovrano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amor ogni dolcezza! —

Ancor seguono li Amanti,

quei che suon di rime alletta:

Monna Vanna e il Cavalcanti,

e il Boccaccio e la Fiammetta,

e la bella Simonetta

cui cantòl Poliziano.

Dicon: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Margherita di Navarra,

tra una corte di poeti,

in suo stil libero narra

d’amor novi casi e lieti,

come un tempo tra’ roseti

ne l’eptameròn profano.

Dice: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Or così viensene innanti

il Trionfo del ritorno.

Sboccian fiori, s’alzan canti,

rompon acque vive a torno,

per il nobile soggiorno.

Una voce lungo il piano

corre: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Chiude il gran corteo la Morte,

non la dea de’ cemeteri,

ma una fresca donna e forte

cui valletti lusinghieri

sono i Sogni ed i Piaceri

da ’l gentil volto pagano.

Dice: — Tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza! —

Beve il nume da l’ornata

coppa ambrosïo licore;

beva in sommo de l’amata

bocca l’uomo il vin d’amore.

S’apra, come rosa in fiore,

a la gioia il cuore umano,

poi che tutto al mondo è vano.

Ne l’amore ogni dolcezza!

Torna in fior di giovinezza

Isaotta Blanzesmano.

QUI FINISCE L’ISOTTÈO


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