Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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Epodo

II 28.

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II 28.

Al saggio de li buon conoscidori,

ben direbbe l’Antico, i versi nove

fan cerchi di malie si grandi e nuove

e di tanto diletto empiono i cuori,

che i sovrani maestri incantatori

non fecero giammai più belle prove.

Quale il vin da le coppe auree di Giove,

tal da que’ cerchi il suon trabocca fuori.

Ma come a l’imo de le fumiganti

coppe è la sacra ebrietà che accesa

leva da’ cuor la fiamma de la gioia,

così ne ’l verso estremo i vari incanti

si compiono quieti, onde sorpresa

l’anima par che di dolcezza muoia.


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