Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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Appendice da ISAOTTA GUTTADÀURO

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Appendice

da

ISAOTTA GUTTADÀURO

[1886]

ROMANZA

Lungo il bel fiume, taciti

muovono i cigni a schiera.

Nobili e puri, splendono

quali forme di luce.

Un desìo, ne la torbida

notte di primavera,

li aduna; e li conduce

a lidi più lontani.

Desìo d’amori umani

forse li accende ancóra.

A ’l lor remeggio s’aprono

l’acque in raggianti anelli,

e fan soave crepito

come innanzi a una prora;

cui rispondon con lento

murmure li arboscelli,

cui talvolta rispondono

ne ’l gran silenzio intento

con iterati suoni,

come d’un riso, li echi.

Ai lidi i cigni muovono,

dove in profondi spechi

donne misteriose

da gran tempo prigioni

vivono, inconsce d’ogni

diletto de l’amore.

Come Leda Tindaride

a ’l dio Giove soppose

il bellissimo fiore

di sue membra (e ne’ sogni

de’ poeti, miracolo

di gioia, Elena sorse),

così le occulte najadi,

ch’entro l’adamantino

gelo de l’acque il Sole

non mai baciòscorse,

offriranno il lor vergine

seno. Ed un’alma prole

nascerà da’ connubii,

poi che il cigno è divino.



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