Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO SECONDO - ELETTRA

8 - La notte di Caprera

XV.

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XV.

 

Ei lo conobbe come conosce il figlio

il sen materno, conobbe il suol latino

come colui che alla mammella antica

s'abbeverò con sete di giustizia.

Vi giacque armato, sotto il seren d'aprile,

e di rugiada nell'alba si coprì.

Vi colse il fiore dell'asfodelo; misti

alle fresche orme vi rinvenne i vestigi

dei Fabii; v'ebbe a ginocchio il nemico;

vi fu calpesto dai suoi nello scompiglio,

dai cavalieri suoi fuggiaschi, ferito

dall'unghie dure, di polve e sangue intriso,

tremenda impronta, quando del cuore invitto

impedimento al terrore improvviso

ei fece solo e , prono, col viso

nella carraia, baciò la madre, vivo

oltre la morte, e nel fragor sinistro

l'urlo supremo della sua Lupa udì.

 

 


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