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Il sole declina fra i cieli e le tombe.
Ovunque l'inane caligine incombe.
Udremo su l'alba squillare le trombe?
Vedremo all'aurora l'Eroe sollevarsi?
Ahi dietro la nube splendori scomparsi!
Rilucono selci per fiumi riarsi.
Son nude le selci, son aride e nude
ma piene di fato ciascuna in sé chiude
per l'urto favilla di grande virtude.
È piena di fato la muta ruina.
All'ombra dei marmi la via cittadina
si tace pensando che l'ora è vicina.
La polvere è un turbo di gèrmini folti.
Il rosso mattone qual sangue che sgorghi
fiammeggia novello per case e per torri.
Fra l'erba che cresce davanti ai palagi
terribili, spogli dell'armi e degli agi,
s'ascondono forse divini presagi.
È figlia al silenzio la più bella sorte.
Verrà dal silenzio, vincendo la morte,
l'Eroe necessario. Tu veglia alle porte,