Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO SECONDO - ELETTRA

19 - Le città del silenzio

2 - PRATO

XII.

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XII.

 

O Libertà, colui che abbeverasti

del tuo latte alla tua sinistra mamma

sì che col nutrimento egli la fiamma

del tuo gran cor si bevve e i sogni vasti,

 

il Leon primogenito nei Fasti

della tua nova genitura, infiamma

de' suoi vestigi il suol, dall'alto dramma

di Roma escito agli ultimi contrasti.

 

Quivi il Profugo sosta. E la giogaia,

la gleba, il fonte, l'albero, la porta

ch'egli varca, la mensa ove s'asside,

 

il pan che spezza, l'uomo a cui sorride

sono sacri. E il molino di Cerbaia

splenderà fin che Roma non sia morta.

 


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