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Forte come una Pallade senz'armi,
non ella ai piè del mite Galileo
si prostrò serva, ma il furente Orfeo
dissetò arso dal furor dei carmi.
Qui da tristi occhi profanata parmi,
mentre a specchio del Ionio o dell'Egeo
degna è che s'alzi in bianco propileo
come sorella dei perfetti marmi.
Ellade eterna! Non il vaso d'olio
ov'essa chiuse il dono del Biforme?
Per lei Ristoro ode cantar le torme
degli astri, come il Samio; e su la lira
Guido Monaco tenta il modo eolio.