Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO TERZO - ALCYONE

2 - Il fanciullo

I.

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2 - Il fanciullo

 

I.

 

Figlio della Cicala e dell'Olivo,

nell'orto di qual Fauno

tu cogliesti la canna pel tuo flauto,

pel tuo sufolo doppio a sette fóri?

 

In quel che ha il nume agresto entro un'antica

villa di Camerata

deserta per la morte di Pampìnea?

O forse lungo l'Affrico che riga

la pallida contrada

ove i campi il cipresso han per confine?

Più presso, nella Mensola che ride

sotto il ponte selvaggia?

Più lungi, ove l'Ombron segue la traccia

d'Ambra e Lorenzo canta i vani ardori?

 

Ma il mio pensier mi finge che tu colta

l'abbia tra quelle mura

che Arno parte, negli Orti Oricellari,

ove dalla barbarie fu sepolta

ahi sì trista, la Musa

Fiorenza che cantò ne' lontani

ai lauri insigni, ai chiari

fonti, all'eco dell'inclite caverne,

quando di Grecia le Sirene eterne

venner con Plato alla Città dei Fiori.

 

Te certo vide Luca della Robbia,

ti mirò Donatello,

operando le belle cantorìe.

Tutte le frutta della Cornucopia

per forza di scalpello

fecero onuste le ghirlande pie.

E tu danzavi le tue melodìe,

nudo fanciul pagano,

àlacre nel divin marmo apuano

come nell'aria, conducendo i cori.

 

Figlio della Cicala e dell'Olivo,

or col tuo sufoletto

incanti la lucertola verdognola

a cui sopra la selce il fianco vivo

palpita pel diletto

in misura seguendo il dolce suono.

Non tu conosci il sogno

forse della silente creatura?

Ver lei ti pieghi: in lei non è paura:

tu moduli secondo i suoi colori.

 

Tu moduli secondo l'aura e l'ombra

e l'acqua e il ramoscello

e la spica e la man dell'uom che falcia,

secondo il bianco vol della colomba,

la grazia del torello

che di repente pavido s'inarca,

la nuvola che varca

il colle qual pensier che seren vólto

muti, l'amore della vite all'olmo

l'arte dell'ape, il flutto degli odori.

 

Ogni voce in tuo suono si ritrova

e in ogni voce sei

sparso, quando apri e chiudi i fóri alterni.

Par quasi che tu sol le cose muova

mentre solo ti bei

nell'obbedire ai movimenti eterni.

Tutto ignori, e discerni

tutte le verità che l'ombra asconde.

Se interroghi la terra, il ciel risponde;

se favelli con l'acque, odono i fiori.

 

O fiore innumerevole di tutta

la vita bella, umano

fiore della divina arte innocente,

preghiamo che la nostra anima nuda

si miri in te, preghiamo

che assempri te maravigliosamente!

L'immensa plenitudine vivente

trema nel lieve suono

creato dal virgineo tuo soffio,

e l'uom co' suoi fervori e i suoi dolori.

 

 


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