Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Laudi
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LIBRO TERZO - ALCYONE

4 - La sera fiesolana

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4 - La sera fiesolana

 

Fresche le mie parole ne la sera

ti sien come il fruscìo che fan le foglie

del gelso ne la man di chi le coglie

silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta

su l'alta scala che s'annera

contro il fusto che s'inargenta

con le sue rame spoglie

mentre la Luna è prossima a le soglie

cerule e par che innanzi a sé distenda un velo

ove il nostro sogno si giace

e par che la campagna già si senta

da lei sommersa nel notturno gelo

e da lei beva la sperata pace

senza vederla.

 

Laudata sii pel tuo viso di perla,

o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace

l'acqua del cielo!

 

Dolci le mie parole ne la sera

ti sien come la pioggia che bruiva

tepida e fuggitiva,

commiato lacrimoso de la primavera,

su i gelsi e su gli olmi e su le viti

e su i pini dai novelli rosei diti

che giocano con l'aura che si perde,

e su 'l grano che non è biondo ancóra

e non è verde,

e su 'l fieno che già patì la falce

e trascolora,

e su gli olivi, su i fratelli olivi

che fan di santità pallidi i clivi

e sorridenti.

 

Laudata sii per le tue vesti aulenti,

o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce

il fien che odora!

 

Io ti dirò verso quali reami

d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti

eterne e l'ombra de gli antichi rami

parlano nel mistero sacro dei monti;

e ti dirò per qual segreto

le colline su i limpidi orizzonti

s'incùrvino come labbra che un divieto

chiuda, e perché la volontà di dire

le faccia belle

oltre ogni uman desire

e nel silenzio lor sempre novelle

consolatrici, sì che pare

che ogni sera l'anima le possa amare

d'amor più forte.

 

Laudata sii per la tua pura morte

o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare

le prime stelle!

 

 

 


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