Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO TERZO - ALCYONE

9 - Beatitudine

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9 - Beatitudine

 

«Color di perla quasi informa, quale

conviene a donna aver, non fuor misura».

Non è, Dante, tua donna che in figura

della rorida Sera a noi discende?

 

Non è non è dal ciel Beatrice

discesa in terra a noi

bagnata il viso di pianto d'amore?

Ella col lacrimar degli occhi suoi

tocca tutte le spiche

a una a una e cangia lor colore.

Stanno come persone

inginocchiate elle dinanzi a lei,

a capo chino, umìli; e par si bei

ciascuna del martiro che l'attende.

 

Vince il silenzio i movimenti umani.

Nell'aerea chiostra

dei poggi l'Arno pallido s'inciela.

Ascosa la Città di sé non mostra

se non due steli alzati,

torre d'imperio e torre di preghiera,

a noi dolce com'era

al cittadin suo prima dell'esiglio

quand'ei tenendo nella mano un giglio

chinava il viso tra le rosse bende.

 

Color di perla per ovunque spazia

e il ciel tanto è vicino

che ogni pensier vi nasce come un'ala.

La terra sciolta s'è nell'infinito

sorriso che la sazia,

e da noi lentamente s'allontana

mentre l'Angelo chiama

e dice: «Sire, nel mondo si vede

meraviglia nell'atto, che procede

da un'anima, che fin quassù risplende».

 

 

 


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