Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO TERZO - ALCYONE

62 - Sogni di terre lontane

5 - LA LOGGIA

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5 - LA LOGGIA

 

Settembre, il tuo minor fratello Aprile

fioriva le vestigia di San Marco

a Capodistria, quando navigammo

il patrio mare cui Trieste addenta

co' i forti moli per tenace amore.

 

Capodistria, succiso adriaco fiore!

Io vidi nella loggia d'un palagio

nidi di balestrucci appesi a travi

fosche, tra mazzi penduli di sorbe.

Cinericcio era il tempo, umido e dolco.

 

Or laggiù, pel remaggio senza solco,

tu certo aduni i neribianchi stormi,

e quelli di Pirano e di Parenzo,

che si rincontreranno in alto mare

con l'altra compagnia che vien di Chioggia.

 

E son deserti i nidi nella loggia,

e dei mazzi di sorbe son rimase

forse le canne appese pel lor cappio.

S'ode nell'ombra quella parlatura

che ricorda Rialto e Cannaregio.

 

Una colomba tuba dal bel fregio.

 

 


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