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4 - PER LA REGINA
E questa che la Vila con un canto
folto come la treccia che di schianto
lasciò la pia Gevròsima alla trave
chiamando il fratel Mòncilo fra il pianto,
Volarono laggiù sul Monte Nero
dodici aquile bianche con gran strido.
Ed una a lei volò sul suo pensiero,
e la coprì con velo insanguinato.
Il vecchio padre, il candido guerriero,
S'alzano dal confin serbico in frotte
i corvi lordi. A valle la Boiana
róssica, Scodra fumiga. La notte,
ahi, stelle più non ha sul Nero Monte.
«Miei falchi, in piè!» Chiama all'estreme lotte
«In piè, falchi miei!» grida il Re canuto.
Senza pane, senz'acqua, senza sonno
negli occhi, giorno e notte han combattuto.
Sinché nevichi al monte, è grassa guerra.
Mangiato han neve e neve hanno bevuto,
Prega pel Re la figlia sua Regina
che in sogno sta tra due fiumane calde.
Or quale d'esse fa più gran rapina,
o nell'aspra Cemàgora o nel Carso
brollo? A quest'una la pregante inclina
Prega per due Re prodi, e figlia e sposa.
Veglia e s'affanna per due mute piaghe.
Non su l'un fianco né su l'altro posa.
Elena, Nostra Donna di due Spade!
Ella è per noi due volte gloriosa.