Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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LIBRO QUINTO - CANTI DELLA GUERRA LATINA

8 - Per i cittadini

VII.

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VII.

 

Quando la vecchia inferma e triste e sola,

che logora con gli ossi delle dita

le lente avemarie senza parola

tra morte e vita

nella sua stanza fredda

come la soglia del sepolcro, pensa

che le rimane

un'ultima reliquia

d'oro consunto,

forse nel mondo l'ultimo suo pane,

e si leva e s'affanna e la ritrova,

ed oblia la dimane

poi che il suo vespro è giunto;

ed esce, quasi cieca, per l'incerta

via seguitando il suon delle campane,

la melodia di Cristo antica e nova;

ed in silenzio reca quell'offerta

all'urna che non parla;

e poi torna nell'ombra per morire,

e l'angelo è nell'ombra ad aspettarla;

ed un alito fresco

come canto novello

allevia la parete, che dispare;

e nella povertà di san Francesco,

nella felicità del Poverello,

ella non ha più fame né più sete;

e l'angelo sommesso le ripete

il canto del Beato

«Ma chi è dato più non si può dare.

Vivi morendo in pace»:

quivi è l'Iddio verace,

e sia lodato

 

22 gennaio 1916.

 

 

 


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