Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Laudi
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LIBRO QUINTO - CANTI DELLA GUERRA LATINA

13 - La preghiera di Sernaglia

V.

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V.

 

51.    O stagione di rapimento improvvisa, che la primavera non sei e non l'autunno ma quella dove il lauro eternale allega i suoi frutti!

 

52.    O spirito rapido che rifecondi le piaghe della terra e susciti il fremito della messe futura dallo strazio dei campi distrutti!

 

53.    O fiumi rivalicati, gonfii di giubilo, come le vene che portano l'orgoglio al cuor della Patria e sino alla sua fronte il vermiglio!

 

54.    O valli disgombre dove torna una così pura dolcezza che i morti sembran quivi dormire nel grembo di Maria come il Figlio!

 

55.    O canti sovrani, santissimi tra gli inni più santi, alzati dall'agonia degli oppressi che sentono i liberatori alle porte!

 

56.    O vincoli, o spine, o flagelli, rinnegamento e vergogna, soma e ambascia, sete e fame, sanie e sangue, o passione di Cristo e del mondo, o vittoria di dalla morte!

 

57.    Chi muterà questa grandezza e questa bellezza impetuose in disputa lunga di vecchi, in concilio senile d'inganni?

 

58.    Inchiostro di scribi per sangue di martiri? A peso di carte dedotte ricomperato il martirio degli anni?

 

59.    Se il mutilatore è in ginocchio, se leva le sudice mani, se abbassa il ceffo compunto, troncategli i pollici e i polsi, rompetegli zanne e ganasce.

 

60.    Stampategli il marchio rovente fra ciglio e ciglio, fra spalla e spalla. Né basti. Tal specie, se in paura si scioglie, poi dalle sue fecce rinasce.

 

61.    E passate oltre. Vi precedono i morti. Rimasto ai morti, ai sepolti e agli insepolti rimasto è l'osso del tallone integro per calcare la terra straniera.

 

62.    Quel che in Dio fu detto è ridetto: «Per l'anima delle creature che hanno spasimato di fame a ogni capo di strada; e mani non avean da giugnere nella preghiera».

 

63.    Vittoria nostra, non sarai mutilata. Nessuno può frangerti i ginocchitarparti le penne. Dove corti? dove sali?

 

64.    La tua corsa è di dalla notte. Il tuo volo è di dall'aurora. Quel che in Dio fu detto è ridetto: «I cieli sono men vasti delle tue ali».

 

Novena di tutti i Santi. Ottobre 1918.

 

 

 


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