Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La Leda senza cigno
Lettura del testo

La Leda senza cigno

31

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

31. Vi sono sentimenti di non so che virtù plastica, i quali sembrano quasi rimaneggiare la materia umana e rifoggiarla in un aspetto momentaneo.

Quando scendemmo verso il cancello, non ancóra abbandonati dalla potenza musicale, mi parve che facessimo un essere solo, più grande di noi due, pieno di un’anima primitiva, e che quell’essere fantastico vacillasse da un lato, zoppicasse da una banda. Non fu se non un attimo, inesprimibile, che si dileguò nell’immensità della primavera, s’involò di dai confini del mondo. Se la donna avesse posseduto una visione magica, avrebbe veduto avanzarsi verso di lei quella forma ineguale dell’Amore, simile a una chimera labile. Ma a ogni passo noi ci separavamo più nettamente. Sentivo la commozione del mio compagno salire in confuso a traverso la sua ebrezza fumida, a traverso i veleni del suo sangue, gli ingombri de’ suoi mali. Sentivo la mia spandersi come un succo vigoroso per la leggerezza del mio corpo quasi digiuno, aumentarsi ad ogni passo come se il contatto del tallone sul suolo m’arricchisse del fervore terrestre.

Ella era rimasta nella carrozza, davanti il cancello. Quando ci vide vicini, balzò a terra, con un movimento che suscitò in me onde innumerevoli, quali nell’acqua del Bacino talora il salto di certi pesci dorati e arcuati come la giovine luna.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL