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47. La marea sale? Che è questo romore meraviglioso, il qual sembra venire dalla profondità dell’orizzonte? Non c’è nessuno che si corichi in capo d’una strada, dalla parte di levante, e ponga l’orecchio contro terra in ascolto? Forse la Francia eterna, la grande Seminatrice che ha esausto la semenza del grembo, sta ora così contro terra in ascolto; e un poco di quella terra arida si pone ella su la lingua, sotto specie eucaristica, prima di risollevarsi.
S’aspetta la sera, per alfine seppellire il morto e i mal vivi. Forse a mezzanotte dai quattro canti della città, subitamente, le trombe invisibili soffieranno la guerra; e nessuno vorrà dormire nel suo letto, ma ognuno aspetterà l’alba per riconoscere il suo vero viso e il viso altrui. E il tono dell’ultima canzone, interrotta nella gola grassa della cantatrice da conio, sarà cosa memorabile pel goditore costretto a intendere il primo grido dell’allodola come richiamo di combattenti.