Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La Leda senza cigno
Lettura del testo

Licenza

26

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

67. Ma non veramente il solitario del tempo di Childeberto

Dove Dante s’inginocchiò? dove pregò? Qui, certo: presso la colonna mediana dell’abside, che s’attorce con un movimento impetuoso per iscagliare più in alto i rami della palma santa.

Un’armonia grave d’organo sale secondata dalle salienti nervature. Mi volgo, e vedo la nave maggiore tutta folta di popolo, come se a un tratto i credenti fossero risorti di sotterra, su dall’antichissimo carnaio, senza parlare, senza fiatare. Vedo ondeggiar nell’ombra le ali candide sul soggólo delle monache; vedo le madri vestite a bruno con a fianco i giovani soldati pallidi e gravi; vedo le bocche socchiuse dei bimbi attoniti, le teste vacillanti dei vecchi cariche di ricordi atroci. Da tutta quella carne misera, stanca o inconsapevole, si forma una sola anima pura.

Ed ecco, una parola risuona:

Padre celeste che sei Iddio, abbi pietà dei nostri fratelli!

E un canto sommesso la ripete, un murmure profondo la prolunga.

Cristo Gesù che sei Iddio, abbi pietà dei nostri fratelli!

Contro i pilastri i cuori d’oro votivi raggiano come se li infervorasse la preghiera concorde.

Spirito Santo che sei Iddio, abbi pietà dei nostri fratelli!

Nostra Donna della Santa Speranza risplende tra due vetrate, in un cespuglio di viticci ardenti ove i ceri sottili s’incurvano e si consumano senza lacrime.

Santa Maria, madre di Dio, prega per loro!

A ogni invocazione il canto sommesso s’innalza.

San Michele, patrono della Francia, prega per loro!

San Maurizio, patrono dei combattenti, prega per loro!

Angeli santi, se Dio ve li diede in custodia, e pregate per loro!


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL