Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La Leda senza cigno
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100. Passammo per un sottoportico basso e vicino all’acqua come il tiemo impeciato di un burchio. la mia vista ondeggiante le conferiva un moto di rullio, da banda a banda. V’era un odore forte di caffè, un odore di spezie, esalato dalla stiva su cui camminavamo. Si camminava e si navigava verso l’Oriente. Rimanevamo in silenzio, come chi è prossimo all’approdo e sogna il paese strano. Un altro grande zaffiro rischiarava il vano d’un arco profondo e si rifletteva in un pavimento levigato. Vedemmo l’Orsa alta brillare in cima a un’alta cuspide, come in cima all’albero maestro. Le sette stelle fatali palpitavano al vento come se fossero trapunte nel drappo ceruleo d’una bandiera. Sub ipsa semper.


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