Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La Leda senza cigno
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195. Il nostro volo ci pareva sostenuto da una specie di rapimento. Il mio pilota abbandonava le leve senza che le ali vacillassero. Il palpito del fuoco operoso pareva attenuarsi nello spazio che l’estasi sempre più allargava dentro di noi respingendo i limiti dei sensi. Respiravamo l’anima e la melodia dell’anima, e i pensieri eterni che i poeti traggono dalle improvvise sue sublimazioni. Era come la beatitudine di un transito. Vivere era come morire, morire era come vivere. La nostra fragilità non era se non divina trasparenza.

E il mio compagno mi toccò la spalla, come soleva; e poi fece un segno verso occidente.

Mi volsi; mi chinai a guardare; insieme ci chinammo.


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