Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Il libro delle vergini
Lettura del testo

1 - LE VERGINI

-7-

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

-7-

 

L'ultima stanza della casa era stretta e bassa, con le travi del soffitto annerite dal fumo, piena d'un lezzo di cipolle, di rigovernatura e di carbone spento. I vasi di rame pendevano alla parete in ordine, senza luccichìo; i piatti di Castelli stavano in ordine su la mensola con le loro gioconde pitture di fiori, di uccelli e di teste d'uomini; le antiche lucerne di ottone, le bottiglie vuote, le foglie di erbaggio non più fresche erano sparpagliate per le tavole; e su tutto dominava proteggitore San Vincenzo effigiato con il gran libro in una mano e la fiamma rossa in mezzo al cranio.

, nel vecchio tempo, Giuliana stando in mezzo ai vapori dell'acqua bollente e alle esalazioni dei cibi vegetali, spesso aveva sentito giungersi su 'l capo dalla piccola finestra alta i ritornelli d'una canzone libertina e certi larghi schiamazzi di risa che s'inseguivano. I canti e le risa crescevano nelle sere di estate, tra i passagalli delle chitarre, fra li urti della danza su 'l terreno. Tutti i romori della vita d'una suburra infima salivano, in certe ore, a quella altezza e facevano tremare d'orrore le povere spose di Gesù chine in umiltà su i tegami d'argilla pieni dell'eremitica innocenza dei legumi e delle verdure. Ma ora, al novel tempo e gaio, come un giorno udì Giuliana le voci, una voglia nell'animo le corse di spinger la vista fuori.

Camilla non stava nella casa; era la domenica quinta di Lazzaro. Urgeva nell'aria, dopo le brevi piogge, con un più dolce alito di calore l'imminenza dell'aprile; e in quell'aria la pulzella più aveva pieno e chiaro il senso del suo rinascimento. E, in ozio, girando per le stanze, ebbe ella naturalmente la curiosità di guardare, presa al fascino malsano che li spettacoli di lascivia esercitano anche su li animi verecondi.

Ella salì su una sedia all'altezza dell'apertura; ma prima di spingere lo sguardo innanzi, fu invasa da un turbamento di tremiti, e ritta su la sedia si volse intorno temente se non qualcuno la sorprendesse nell'atto.

Intorno tutto era quieto: ogni tanto una gocciola di acqua cadeva dall'alto di un bacile, sonando. Di fuori salivano le voci ed allettavano.

Giuliana, rassicurata, guardò. Nel vicolo, sotto la pioggia il fracidume aveva fermentato come un lievito; una melma nera copriva il lasrtico, ove spoglie di frutta, residui di erbe, stracci, ciabatte marce, falde di cappello, tutto il ciarpame sfatto che la miseria gitta nella strada, si mescolavano. Su quella cloaca, in cui il sole suscitava inserti e miasmi, una fila di case nane soffocava addossata alla Caserma. Da tutte le finestre però, da tutti li spiragli si riversavano le piante dei garofani non più contenute nei vasi; e i grandi fiori rosei e rossi penzolavano al sole aperti magnificamente. E tra quei fiori apparivano le facce flosce e dipinte delle meretrici, passavano le oscenità delle canzonette, le risa gutturali: e giù su 'l lastrico, sotto le inferriate della caserma, altre femmine si tendevano verso i soldati parlando a voce alta, provocandoli.

E i soldati che sentivano nel sangue alla primavera rifiorire i mali di Venere, allungavano le mani di tra le sbarre pur di brancicare qualcosa, divoravano con li occhi in fiamme quelle femmine usate già per anni dalla lascivia di tante ciurme briache e di tanti facchini fradici.

Giuliana stette stupidita allo spettacolo di tutta quella corruzione di lupanare fermentante pe 'l buon sole di quaresima e salente fino a lei. Non si ritraeva ancora; ma come alzò li occhi, vide in un abbaino su 'l tetto della caserma un uomo biondo che la guardava e sorrideva. Ella scese dalla sedia a precipizio, più pallida di prima, credendo di sentire la voce di Camilla. Corse nella sua stanza, e si gettò sul letto, sbigottita, senza respiro, come se l'avesse perseguitata qualcuno minacciandola.

 

 


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL