Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Il libro delle vergini
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1 - LE VERGINI

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Tutta la settimana santa protesse delle sue complici ombre l'amore di Giuliana. Le chiese erano immerse nel crepuscolo della passione, i crocifissi su li altari erano coperti di drappi violacei; i sepolcri del Nazareno erano circondati di grandi erbe bianche cresciute ne' sotterranei; un profumo di fiori e di belgiuino caricava l'aria.

Giuliana, inginocchiata, attendeva, fin ché un passo leggero dietro di lei la faceva trasalire. Ella non poteva volgersi, perché Camilla la vigilava; ma ella si sentiva tutta abbracciare dallo sguardo di quell'uomo, come da un fuoco sottile, e una tenerezza di desìo le scendeva nella carne. Allora fissava i ceri ardenti in scala su un triangolo di legno presso l'altare. I preti cantavano d'innanzi a un gran libro; e ad uno ad uno i ceri venivano spenti. Non ne rimanevano che cinque, non ne rimanevano che due; l'oscurità si avanzava dal fondo delle cappelle su la gente in preghiera. L'ultima fiammella finalmente spariva; tutte le panche risonavano sotto le battiture delle verghe. Giuliana nel buio, a pena si sentiva toccare da due mani cercanti, scattava dal pavimento, con un sussulto, smarrita. Poi, quando usciva dalla chiesa, il pensiero d'aver violato un luogo sacro la empiva di rimorso: subitamente, dal sostrato della sua coscienza l'idea del castigo risorgeva. Era poi come un sogno dove la figura livida di Gesù morto e lo scroscio delle battiture e i brividi della carne sollecitata e l'odor grave dei fiori e li aliti di quell'uomo biondo si mescolavano in un senso dubbio di dolore e di piacere.

 

 


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