Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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La sagra dei Mille

Messaggio ai Genovesi mandato da Roma il xiii maggio mcmxv

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Messaggio ai Genovesi

mandato da Roma il xiii maggio mcmxv

Genovesi, nella notte di ieri, calda di memorie eroiche, mentre l’anima vera della Patria fiammeggiava da tutto il popolo raccolto e in tutto il cielo non ardeva per noi se non la nostra stella, io recai a Roma il comandamento di Quarto. E Roma rispose con un grido così alto che certo vi giunse, giunse fino al sasso dove il Liberatore veglia.

Se mi vale il mio servigio tante volte a voi profferto, se mi vale la mia fede in voi confermata sempre, io vi prego di assistere la Patria in questa settimana di passione, io vi supplico di proteggere l’Italia con tutte le vostre forze, perché non si compia sopra lei l’orribile assassinio.

Ogni giorno radunatevi in gran numero, abbiate presenti gli eroi che nel vostro bronzo risorgono; e manifestate il vostro sdegno, gridate la vostra minaccia contro chi oggi si sforza di rotolar quanto più può di lordura, pei corridoi sordi, non dissimile all’insetto nauseabondo che di tale officio vive e si gode.

Alla riscossa, popolo di Genova! Italiani, alla riscossa!

La Patria è perduta se oggi non combattiamo per lei con tutte le nostre armi. Vincere bisogna questa suprema battaglia contro il nemico interno prima di muoverci con un solo impeto verso la santa riconquista.

Viva l’Italia dei martiri!


O Roma, o Roma, in te sola,

nel cerchio delle tue sette cime,

le discordi miriadi umane

troveranno ancor l’ampia e sublime

unità. Darai tu il novo pane

dicendo la nova parola.

delle laudi, libro ii




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