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Terminologia dell'ambiente

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  • SINA - MODULO CENTRALE: BANCHE DATI DEL SINA
      • 8. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE
        • 8.1 Banca dati dei rapporti di sicurezza per le industrie a rischio di incidente rilevante
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8.1 Banca dati dei rapporti di sicurezza per le industrie a rischio di incidente rilevante
Ai sensi del DPR 175 del 17 maggio 1988, che attribuisce al Ministero dell'Ambiente le competenze in materia di rischi di incidenti rilevanti da attività industriali, il Ministero, ed in particolare il Servizio IAR, acquisisce dai fabbricanti le notifiche di esercizio di attività industriali a rischio ed i relativi rapporti di sicurezza e, di concerto col Ministero della Sanità, designa i responsabili delle relative istruttorie, dandone immediata comunicazione al fabbricante.
Per le istruttorie il Servizio IAR può avvalersi della collaborazione di organi tecnici (Istituto Superiore di Sanità, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, CNR, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) e consultivi (Commissione istituita dal Ministero della Sanità con decreto 23.12.1985, Comitato di Coordinamento delle Attività di Sicurezza in Materia Industriale, istituito con DPCM 18.12. 1985).
Il risultato dell'istruttoria e le conclusioni sul rapporto di sicurezza, con l'eventuale richiesta al fabbricante di misure integrative e con l'indicazione dei tempi concessi per l'adeguamento, vengono comunicati alle Regioni, affinché provvedano alla vigilanza sullo svolgimento dell'attività industriale, ed al prefetto competente, ai fini della predisposizione del piano di emergenza esterno che dovrà poi essere comunicato al Ministero dell'Ambiente.
Il Servizio IAR ha il compito di predisporre e aggiornare l'inventario nazionale delle attività industriali a rischio di incidente rilevante, sulla base delle notifiche di esercizio provenienti dai fabbricanti e dell'esame delle dichiarazioni di esercizio condotto dalle amministrazioni regionali che provvedono poi a trasmetterne i risultati al Ministero dell'Ambiente. Esso dovrà, inoltre, predisporre una banca dati sui rapporti di sicurezza e sulle conclusioni delle istruttorie sugli stessi.
Le linee guida per la stesura del rapporto di sicurezza e le modalità di conduzione dell'analisi incidentale sono state successivamente integrate dal DPCM del 31.3.1989 che assegna al fabbricante il compito di provvedere ad un'analisi preliminare delle attività al fine di individuare le aree particolarmente critiche dell'impianto e di valutare le proprietà chimiche e fisiche delle sostanze e dei parametri di processo che possono concorrere al rischio potenziale di incidente.
Al fabbricante spetta anche di svolgere un'analisi storica delle cause di incidente (anomalie di funzionamento, guasti, errori umani, cattiva manutenzione, ecc.) in impianti simili e distinguere quelle cause che possono essere considerate naturali, utilizzando eventualmente i dati disponibili presso la pubblica amministrazione.
Infine, il fabbricante deve fornire, utilizzando opportuni metodi di calcolo probabilistico e modelli di simulazione nella fase istruttoria, la stima delle probabilità di eventi incidentali, per calcolare i flussi di materia ed energia rilasciati e valutare le relative conseguenze.
Sulla base di queste informazioni il Prefetto competente per territorio, predisporrà il Piano di emergenza esterno per avvisare la popolazione in tempo reale.
La pericolosità globale degli impianti viene infine valutata in termini di intrinseca pericolosità impiantistica e caratteristiche di vulnerabilità, utilizzando parametri e criteri d'analisi del territorio già utilizzati in altri Paesi della Comunità Europea. Le caratteristiche di vulnerabilità selezionate includono:
- la densità della popolazione superiore a 3000 abitanti per kmq in un'area di 5 km di raggio con centro sull'impianto;
- l'esistenza di un agglomerato urbano con più di 10000 abitanti e la presenza di ospedali, scuole ed altri luoghi di collettività ad una distanza dall'impianto inferiore ai 5 kmq;
- la presenza di autostrade, strade statali e ferrovie, ad una distanza dall'impianto inferiore a 500 m;
- il grado di sismicità del sito in cui è ubicato l'impianto.


8.1.1 Rapporti di sicurezza - viste locali
L'analisi relativa alla Banca dati dei rapporti di sicurezza è stata effettuata suddividendo il contesto generale in tre viste locali che sono state descritte separatamente e poi integrate nello schema concettuale globale.
Le viste locali individuate sono:
a) impianto;
b) cause d'incidente;
c) misure di sicurezza.

a) IMPIANTO
In questa vista locale le entità e le relazioni che definiscono un impianto sono descritte logicamente come specificato nel DPCM 31/3/1989: "...parte dell'installazione industriale funzionalmente indipendente definita da un processo e/o operazione univocamente determinata, nonché delimitata planimetralmente, circondata da strade e/o sistemi fissi di prevenzione e/o contenimento degli eventi incidentali".
L'impianto appartiene ad un'impresa o ditta intesa come un'attività economica svolta da un soggetto individuale o collettivo (l'imprenditore che l'esercita in maniera professionale ed organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi).
L'impresa è territorialmente collocata in un comune, appartenente ad una provincia, a sua volta situata in una regione. Per quanto concerne la codifica, essa è identificata tramite il codice fiscale o la partita IVA; mentre l'impianto deve essere univocamente identificato nell'ambito dell'impresa di appartenenza.
Ad ogni impianto risulta associata una mappa, contenente la descrizione dell'area avente un raggio di almeno 5 km attorno all'installazione e l'indicazione dei principali edifici (industrie, ospedali scuole, ecc.) ed infrastrutture (strade, ferrovie, porti, ecc.) esistenti.
Queste ed altre informazioni relative all'impianto devono essere riportate nel rapporto di sicurezza che il fabbricante invia alle autorità competenti, affinché venga concessa l'autorizzazione all'esercizio dell'attività produttiva.
Ogni impianto è costituito da unità rappresentative dei singoli reparti operativi, suddivisi in depositi (infrastrutture destinate allo stoccaggio di sostanze) e reparti di processo (in cui sono presenti le sostanze lavorate o prodotte nel processo produttivo). Ogni unità dell'impianto può svolgere più attività, come pure la stessa attività può essere svolta da più unità.
La codifica dell'unità dipende dall'impianto di riferimento ed è costituita dal codice impianto più un progressivo, le attività possono essere codificate tramite un proprio codice identificativo che in genere corrisponde a quello definito dall'ISTAT.
L'unità lavora materie prime, identificate con un codice specifico, che, alimentando il processo produttivo, sono trasformate in prodotti finiti.
La rappresentazione concettuale delle caratteristiche di un impianto di un'industria a rischio di incidente rilevante è riportata nello schema seguente tramite la tecnica E.R.A. (descritta in Appendice A).
Il glossario degli oggetti presenti nel diagramma (entità e relazioni) ed il dettaglio degli attributi di ogni oggetto sono allegati allo schema globale della Banca dati dei rapporti di sicurezza ottenuto come integrazione di tutte le viste locali e riportato nel paragrafo 8.1.2.

b) CAUSE D'INCIDENTE
Questa vista locale è dedicata ai malfunzionamenti che possono essere causa di incidenti in un impianto appartenente ad un'impresa a rischio. I malfunzionamenti possono interessare, in ogni unità, sia le infrastrutture che le procedure del ciclo produttivo.
Per quanto concerne la codifica di malfunzionamenti ed incidenti, accaduti e possibili, essi sono identificati nell'archivio che li contiene con un proprio codice specifico.
Gli incidenti sono comunemente causati da reazioni impreviste delle sostanze chimiche che sono lavorate, prodotte o stoccate in un'unità dell'impianto (incendi, esplosioni) o da guasti ed errori (rilasci accidentali, soprattutto di liquidi e gas). Per tali sostanze sono state definite delle norme di controllo che ne correlano il grado di pericolosità (infiammabilità, tossicità, ecc.) alle quantità massime utilizzate e stoccate.
Le conseguenze degli incidenti sono rappresentate nell'entità danno, la cui valutazione è effettuata sulla base di specifiche situazioni individuate in relazione alla probabilità e modalità dell'evento.
Tra le situazioni incidentali da considerare per le valutazioni degli effetti degli incidenti, particolare attenzione va rivolta a quelle caratterizzate dall'effetto domino (concatenazione di eventi sfavorevoli). Egualmente considerati con attenzione sono i possibili effetti delle altre attività industriali svolte nell'area in cui opera l'impianto esaminato, nel caso che esse ne siano coinvolte.
I danni sono identificati nell'archivio da un proprio codice specifico, con il corredo di altre informazioni salienti riguardanti:
- l'oggetto interessato (salute umana, ambiente, beni);
- la durata dell'evento incidentale (breve, prolungata);
- gli effetti del danno (immediati, differiti).
La rappresentazione concettuale delle cause d'incidente in un impianto di un'industria a rischio di incidente rilevante è riportata nello schema seguente tramite la tecnica E.R.A. (descritta in Appendice A).
Il glossario degli oggetti presenti nel diagramma (entità e relazioni) ed il dettaglio degli attributi di ogni oggetto sono allegati allo schema globale della Banca dati dei rapporti di sicurezza ottenuto come integrazione di tutte le viste locali e riportato nel paragrafo 8.1.2.


c) MISURE DI SICUREZZA
Al fine di fronteggiare i possibili incidenti, le unità di un impianto appartenente ad una impresa con attività a rischio di incidente rilevante adottano una serie di misure di sicurezza che includono i sistemi di rilevamento e di contenimento ed i piani di emergenza interni.
I sistemi di rilevamento sono basati su dispositivi di identificazione ed allarme di gas infiammabili, prodotti tossici e focolai di incendi.
I sistemi di contenimento (valvole di intercettazione, barriere d'acqua, bacini di contenimento, panne galleggianti, ecc.) sono impiegati per evitare perdite e fughe di sostanze infiammabili e contenerne l'incendio in caso di spandimento.
I piani di emergenza interni devono essere riferiti alla singola unità ed al complesso impiantistico prevedendo le operazioni di messa in sicurezza dell'unità e dell'impianto, rispettivamente.
In quest'ultimo caso i piani interni devono assicurare il collegamento con l'autorità amministrativa competente (Prefettura) preposta all'attuazione del piano di emergenza esterno.
Il piano di emergenza interno deve contenere informazioni dettagliate sulle procedure seguite per la stesura del rapporto di emergenza, le azioni di contenimento dei diversi tipi di emergenza, l'organizzazione dell'emergenza (personale e struttura del comando di emergenza, centri di controllo dell'emergenza, procedura di chiamata del personale in carica durante l'emergenza, allarmi e prestazioni mediche) e le azioni, le risorse e le attrezzature attivate per le emergenze.
Gli elementi necessari per la stesura del piano di emergenza esterno riguardano: il tipo ed il luogo dell'incidente; le quantità di energia e materia rilasciate; gli effetti sull'impianto ed esterni all'impianto; la stima della probabilità e delle dimensioni dell'evento incidentale; le modalità di allarme alle autorità preposte.
La rappresentazione concettuale delle misure di sicurezza adottate da un impianto di un'industria a rischio di incidente rilevante è riportata nello schema seguente tramite la tecnica E.R.A. (descritta in Appendice A).
Il glossario degli oggetti presenti nel diagramma (entità e relazioni) ed il dettaglio degli attributi di ogni oggetto sono allegati allo schema globale della Banca dati dei rapporti di sicurezza ottenuto come integrazione di tutte le viste locali e riportato nel paragrafo 8.1.2.


8.1.2 Rapporti di sicurezza - schema globale, glossario, attributi entità/relazioni
La rappresentazione totale delle entità e delle relazioni riguardanti la banca dati dei rapporti di sicurezza per le industrie a rischio di incidente rilevante risulta dall'integrazione delle diverse viste locali descritte nei paragrafi precedenti.
È da notare che nello schema concettuale globale il contesto generale è costituito dall'unione dei contesti delle varie viste locali che concorrono all'integrazione; i limiti spaziali sono la somma, ed i limiti temporali sono gli stessi, di quelli delle viste locali.
Al fine di consentire una migliore lettura della rappresentazione grafica, sono state tralasciate alcune strutture ISA (tipologie di entità) per le quali si rimanda alle rispettive viste locali.
Lo schema globale viene accompagnato da un glossario (espresso in ordine alfabetico) che, per le varie entità e relazioni , contiene l'elenco dei campi attributo.

BANCA DATI DEI RAPPORTI DI SICUREZZA
GLOSSARIO ED ATTRIBUTI ENTITÀ

ATTIVITÀ: Qualsiasi operazione effettuata in impianti industriali di cui all'All. I del DPR 175/88 che comporti o possa comportare l'uso di una o più sostanze pericolose elencate nell'All. II del DPR 175/88, nonché il trasporto effettuato all'interno dello stabilimento per ragioni interne ed il deposito connesso a tale operazione all'interno dell'impianto o in qualsiasi altro deposito effettuato nelle condizioni specificate nell'All. III del DPR 175/88 (DPCM 31/3/89)
Campo attributo ID Note
Codice identificativo X Come da Allegato IV dell'O.M. 21/2/'85 del Ministero della Sanità
Descrizione
Categoria


COMUNE: Ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo
Campo attributo ID Note
Codice ISTAT X Codice ISTAT (progressivo nell'ambito provinciale)
Denominazione
Localizzazione Coordinate geografiche
Sede legale Dati anagrafici
Superficie totale Kmq
Superficie urbanizzata Kmq
Anno di riferimento dati della popolazione
Popolazione residente
Popolazione fluttuante
Abitanti equivalenti civili
Abitanti equivalenti industriali/produttivi
Numero delle imprese aventi sede nel comune


DANNO: Conseguenza negativa di un evento incidentale
Campo attributo ID Note
Codice danno X Identificativo
Descrizione
Tipo All'interno dell'impianto, all'esterno dell'impianto
Entità Danni alle persone (morti, feriti, intossicati) persone esposte danni materiali pericolo esistente e cessato


IMPIANTO: Parte dell'installazione industriale funzionalmente indipendente definita da un processo e/o operazione univocamente determinata, nonché delimitata planimetralmente, circondata da strade e/o sistemi fissi di prevenzione e/o contenimento degli eventi incidentali (DPCM 31/3/89)
Campo attributo ID Note
Codice Impianto X Codice dell'impianto (univoco nell'ambito dell'impresa di appartenenza)
Codice Impresa Codice fiscale o partita IVA dell'Impresa di cui l'insediamento fa parte
Codice del comune/provincia di ubicazione Codici ISTAT
Nome o ragione sociale
Indirizzo
Telefono
Fax
Tipo impianto Chimica fine, depositi di sostanze liquide, depositi di sostanze liquefatte, impianti di raffinazione, etc.
Coordinate UTM Localizzazione geografica
Nome del responsabile Nome del titolare o direttore dell'impianto
Numero addetti Personale in forza (stagionali o fissi)
Numero delle unità che lo compongono
Elenco autorizzazioni
Quota in m.s.l.m.
Periodi lavorativi


IMPRESA O DITTA: Attività economica svolta da un soggetto (individuale o collettivo) - l'imprenditore - che l'esercita in maniera professionale e organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi
Campo attributo ID Note
Codice Impresa X Codice fiscale o partita IVA dell'Impresa
Nome Denominazione dell'impresa
Indirizzo Indirizzo (sede legale)
Telefono Recapito telefonico
Fax Numero fax
Codice ISTAT del Comune Codice ISTAT del comune di residenza
Ubicazione dell'Impresa Coordinate geografiche
Tipo PU=pubblico, PR=privato, UN=unico, NU=non unico (Consorzio)
Numero degli impianti Numero degli impianti di cui l'impresa risulta proprietaria
Codice attività Codice ISTAT
Cessata attività Flag (Si, No)


INCIDENTE: Avvenimento più o meno casuale che provoca una situazione di emergenza per l'uomo e l'ambiente
Campo attributo ID Note
Codice incidente X
Denominazione Descrizione
Tipologia E=esplosione, I=incendio, R=rilascio, A= altro
Flag di accadimento E=esterno all'impianto, I=interno all'impianto
Dati generali Data, ora e luogo dell'incidente
Durata Periodo breve o lungo
Conoscenza della causa d'incidente Definita, non definita informazione non ancora disponibile
Tipologia ed entità dei danni Oggetti colpiti, durata nel tempo, effetti immediati o differiti
Descrizione delle circostanze di accadimento
Modello di simulazione


MALFUNZIONAMENTO: Anomalia che si verifica nell'ambito del funzionamento di una unità appartenente ad un impianto, e che può riguardare sia le infrastrutture sia l'esecuzione del processo di produzione
Campo attributo ID Note
Codice malfunzionamento X
Denominazione Descrizione
Tipologia Infrastrutture, processo
Data di accadimento


MATERIA PRIMA: Risorsa che alimenta il ciclo di produzione
Campo attributo ID Note
Codice materia prima X
Denominazione Descrizione
Tipologia Combustibili per la produzione di energia e calore di processo
Quantità Consumo annuo di materia prima


MAPPA: Descrizione dell'area avente un raggio di almeno 5 km attorno all'installazione dove dovranno essere evidenziati gli edifici principali attualmente esistenti, con particolare riferimento agli ospedali, alle scuole, agli uffici ed alle industrie, con la precisazione del tipo di industria se noto, nonché la presenza di linee ferroviarie, strade, autostrade, porti, aeroporti e corridoi aerei di atterraggio e decollo (DPCM 31/3/89)
Campo attributo ID Note
Codice mappa X
Denominazione Descrizione
Impianto di riferimento


MISURA DI SICUREZZA: Intervento da adottare per impedire o, eventualmente limitare le possibili conseguenze di un evento dannoso
Campo attributo ID Note
Codice della misura di sicurezza X
Denominazione Descrizione
Tipologia Piano di emergenza interno, sistema di rilevamento delle cause incidentali, sistema di contenimento delle cause incidentali
Piano di emergenza esterno se la tipologia = piano di emergenza interno
Nome del responsabile


NORMA DI CONTROLLO: Regolamento concernente la definizione delle caratteristiche di pericolosità di una sostanza sia in termini qualitativi (tossica, molto tossica, esplosiva ecc.) sia in termini quantitativi (quantità accumulate)
Campo attributo ID Note
Tipo X Tipologia di identificazione (0=qualitativa, 1=quantitativa)
Codice sostanza X Identificativo della sostanza cui la norma si riferisce
Progressivo X Numero progressivo nell'ambito del tipo norma
Denominazione


PIANO DI EMERGENZA ESTERNO: Insieme di interventi predisposti dalla Prefettura per fronteggiare le situazioni di pericolo derivanti da un incidente verificatosi in un impianto e che coinvolge una vasta area limitrofa all'impianto stesso
Campo attributo ID Note
Codice X Identificativo
Codice prefettura Codice ISTAT di provincia (sede della Prefettura)
Denominazione


PREFETTURA: Unità territoriale amministrativa con compiti di carattere esecutivo appartenenti di volta in volta a tutti i settori dell'amministrazione statale, dipendendo funzionalmente da ministero competente per quel settore (la sede è la provincia).
Campo attributo ID Note
Codice X Codice ISTAT di provincia (sede della Prefettura)
Denominazione


PRODOTTO: Risultato del ciclo di produzione ottenuto tramite la lavorazione di materie prime nei processi produttivi
Campo attributo ID Note
Codice prodotto X Identificativo
Denominazione Descrizione
Tipo
Quantità In tonnellate (t)
Periodicità di produzione Mesi, anni
Processo produttivo impiegato
Volume produzione In tonnellate (t)


PROVINCIA: Ente locale intermedio fra comune e regione che cura gli interessi e promuove lo sviluppo della comunità provinciale
Campo attributo ID Note
Codice ISTAT X Codice ISTAT
Sigla automobilistica
Denominazione
Codice ISTAT di regione
Superficie totale Kmq
Numero dei comuni


RAPPORTO DI SICUREZZA: Documento che il titolare di un impianto deve spedire alle autorità preposte qualora eserciti un'attività industriale che comporti o possa comportare l'uso, ovvero il deposito di una o più sostanze pericolose (DPR 175/88)
Campo attributo ID Note
Codice Rapporto X Univoco nell'ambito dell'Impianto (costituito dal codice Impianto più un progressivo per il rapporto)
Codice dell'impianto di appartenenza X
Data della richiesta
Data dell'autorizzazione
Organo competente
Tipo Approvato, non approvato, in corso di istruttoria
Autorità incaricata del rapporto


REGIONE: Unità territoriale amministrativa di massimo livello in cui risulta suddiviso lo Stato italiano
Campo attributo ID Note
Codice ISTAT X
Denominazione
Numero delle province


SOSTANZA: Elemento chimico e/o suoi composti allo stato naturale o ottenuti mediante lavorazione industriale, eventualmente contenenti gli additivi necessari alla loro immissione in atmosfera (Dir. 79/831 CEE)
Campo attributo ID Note
Codice sostanza X Identificativo
Denominazione Nome chimico della sostanza
Formula empirica Relazione numerica più semplice tra gli atomi di un composto
Denominazione secondo I.U.P.A.C. (International Union of Pure ed Applied Chemistry) regole per la nomenclatura definite in base a gruppi funzionali, alla struttura ed alla stereochimica delle molecole)
Numero CAS (Chemical Abstract Service Registry Number ) codice numerico assegnato alle sostanze registrate nel Chemical Abstract Service Registry system
Numero CEE Direttiva CEE 67/548 e successive modifiche
Grado di purezza
Principali impurità e relative percentuali
Tipo Solventi, pitture, vernici, inchiostri, antiparassitari, etc.
Categoria Tossici, molto tossici, comburenti, esplosivi, altro
Grado di infiammabilità Non infiammabili, facilmente infiammabili, estremamente infiammabili (come da Allegato II Decreto 20.5.91)
Lista delle norme di controllo Come da Allegati II e III del DPR 175/88


UNITÀ: Sottoinsieme in cui si suppone suddiviso l'Insediamento produttivo, corrisponde al singolo reparto in cui vengono adottati i diversi processi di produzione
Campo attributo ID Note
Codice Unità X Univoco nell'ambito dell'impianto (costituito dal codice impianto più progressivo unità)
Denominazione
Ubicazione
Capacità produttiva
Data inizio esercizio
Data fine esercizio
Tipo R=reparto produttivo, D= deposito
Elenco produzioni
Elenco materie prime

BANCA DATI DEI RAPPORTI DI SICUREZZA
GLOSSARIO ED ATTRIBUTI RELAZIONI

Un incidente PROVOCA un danno
Campo attributo ID Note
Codice dell'incidente X Identificativo incidente
Codice del danno X Identificativo danno
% di rischio


Un misura di sicurezza FRONTEGGIA un incidente
Campo attributo ID Note
Codice della misura di sicurezza X Identificativo misura di sicurezza
Codice dell'incidente X Identificativo incidente
% di rischio


Un piano di emergenza esterno È PREDISPOSTO da una Prefettura per fronteggiare un incidente esterno all'impianto
Campo attributo ID Note
Codice della Prefettura X Codice ISTAT di provincia (sede della Prefettura)
Codice del piano di emergenza esterno X Tipologia di misura di sicurezza
Codice dell'incidente


Un prodotto È STIVATO in un deposito
Campo attributo ID Note
Codice del prodotto X Progressivo nell'ambito dell'unità
Codice del serbatoio o silos X
Quantità di prodotto stoccato t=tonnellate


Una sostanza HA un rilascio
Campo attributo ID Note
Codice della sostanza X Identificativo della sostanza
Codice del rilascio X Identificativo del tipo di incidente verificatosi
% di rischio


Una sostanza REAGISCE con un'altra sostanza provocando un incidente
Campo attributo ID Note
Codice della sostanza n. 1 X Identificativo della sostanza di base
Codice della sostanza n. 2 X Identificativo della sostanza con la quale la prima reagisce
Codice dell'incidente X
% di rischio


Una unità SVOLGE un'attività
Campo attributo ID Note
Codice dell'unità X Univoco nell'ambito dell'Impianto
Codice dell'attività svolta X Codice ISTAT
Attività disponibile si base oraria Y=si, N=no
Anno di riferimento


Una unità HA un malfunzionamento
Campo attributo ID Note
Codice dell'unità X Univoco nell'ambito dell'Impianto
Codice del malfunzionamento X Identificativo del malfunzionamento riscontrato
Processo produttivo eventualmente adottato
Infrastruttura eventualmente interessata
% di rischio


Una unità TRATTA una materia prima al fine di fornire un prodotto finito
Campo attributo ID Note
Codice dell'unità X Univoco nell'ambito dell'Impianto
Codice della materia prima utilizzata X Identificativo della materia prima utilizzata
Codice del prodotto finito X
Processo produttivo


Una unità TRATTA una sostanza che può provocare un incidente
Campo attributo ID Note
Codice dell'unità X Univoco nell'ambito dell'Impianto
Codice della sostanza pericolosa X Identificativo della sostanza
Codice dell'incidente X
Descrizione delle circostanze di accadimento
% di rischio


Una unità ADOTTA una misura di sicurezza
Campo attributo ID Note
Codice dell'unità X Univoco nell'ambito dell'Impianto
Codice della misura di sicurezza adottata X Identificativo della sostanza
Descrizione delle circostanze di accadimento
% di rischio


8.1.3 Dati di aggregazione
Anche nel caso delle industrie a rischio di incidente rilevante si può pensare ad una serie di dati "di minima" che siano in grado di fornire, a livello centrale, delle informazioni di sintesi delle realtà locali.
Queste informazioni assumono una importanza particolare quando si pensa al fatto che le tendenze industriali più recenti hanno accentuato l'insorgere di rischi per l'ambiente più qualitativi e diversificati rispetto al passato.
Tutto ciò si è verificato in seguito al declino delle attività industriali tradizionali, al controllo delle nuove tecnologie emergenti e, più in generale, alla gestione di rischi industriali complessi
La caratteristica fondamentale di questo tipo di rischi è che, spesso, gli effetti degli eventuali incidenti non rimangono circoscritti all'impianto interessato, ma si propagano fino a coinvolgere persone e cose di territori a lunga distanza.
Da ciò discende la necessità di curare lo scambio di informazioni fra tutti i Paesi potenzialmente interessati da incidente rilevante comunicando rischi, misure di prevenzione, interventi di emergenza, misure adottate e da adottare in seguito ad incidenti già accaduti.
Se si considerano i dati attualmente disponibili circa questo particolare tipo di industria si può cercare di individuare le entità le cui informazioni sono per natura sommabili e che maggiormente necessitano a livello centrale.
Una prima aggregazione riguarda l'accorpamento dei dati comunali e provinciali circa la presenza di industrie a rischio, considerando la regione come l'unità territoriale di minimo livello.
Essi possono essere ottenuti sulla base del numero delle notifiche di esercizio che i fabbricanti sono tenuti a presentare al fine di ottenere le autorizzazioni necessarie all'esercizio della loro attività.
Altra aggregazione possibile può essere effettuata per l'entità industria includendo in essa tutti gli stabilimenti le cui unità fungono da veri propri impianti di produzione oppure depositi di materiali e/o sostanze.
La distribuzione dei rischi può essere ottenuta suddividendo le industrie per attività svolta ponendo maggiormente l'attenzione su alcune tipologie quali:
- impianti di chimica fine;
- depositi di sostanze liquide;
- depositi di sostanze liquefatte;
- impianti di raffinazione.
Tutte queste industrie si distinguono per il fatto di trattare sostanze pericolose che possono, a loro volta, essere ulteriormente classificate in sostanze infiammabili, molto reattive, tossiche o molto tossiche.
I dati relativi all'uso delle sostanze si riferiscono principalmente alle quantità trattate, esprimibili in tonnellate.
Le misure sono evidenziate in valore assoluto ed in valore percentuale rispetto all'utilizzo totale di tutti gli impianti.
Lo schema grafico realizzato per i dati aggregati della banca dati dei rapporti di sicurezza per le industrie a rischio di incidente rilevante è stato schematizzato e descritto con la tecnica E.R.A. (Allegato A) ed è accompagnato dal un glossario concernente la spiegazione di dettaglio dei vari oggetti rappresentati, costituita dall'elenco degli attributi principali di ogni entità con l'indicazione degli attributi chiave.

BANCA DATI DEI RAPPORTI DI SICUREZZA - Dati di aggregazione
GLOSSARIO ED ATTRIBUTI ENTITÀ

ATTIVITÀ: Qualsiasi operazione effettuata in impianti industriali di cui all'All. I del DPR 175/88 che comporti o possa comportare l'uso di una o più sostanze pericolose elencate nell'All. II del DPR 175/88, nonché il trasporto effettuato all'interno dello stabilimento per ragioni interne ed il deposito connesso a tale operazione all'interno dell'impianto o in qualsiasi altro deposito effettuato nelle condizioni specificate nell'All. III del DPR 175/88 (DPCM 31/3/89)
Campo attributo ID Note
Codice identificativo X Come da Allegato IV dell'O.M. 21/2/'85 del Ministero della Sanità
Descrizione
Categoria


INDUSTRIA: Insieme di imprese, distribuite sul territorio nazionale e dedite a produzione di beni con carattere di continuità, caratterizzate da condizioni di rischio legate all'esercizio della propria attività
Campo attributo ID Note
Codice Industria X Codice dell'industria (univoco nell'ambito nazionale)
Codice Impresa Codice fiscale o partita IVA dell'Impresa di cui l'insediamento fa parte
Codice del comune/provincia di ubicazione Codici ISTAT
Nome o ragione sociale
Indirizzo
Telefono
Fax
Tipologia attività svolta Prevalenza nella composizione degli impianti (di produzione, deposito )
Numero addetti Personale in forza (stagionali o fissi)
Periodi lavorativi


REGIONE: Unità territoriale amministrativa di massimo livello in cui risulta suddiviso lo Stato italiano
Campo attributo ID Note
Codice ISTAT X
Denominazione
Numero delle notifiche ricevute per ogni industria
Numero delle industrie a rischio presenti


SOSTANZA: Elemento chimico e/o suoi composti allo stato naturale o ottenuti mediante lavorazione industriale, eventualmente contenenti gli additivi necessari alla loro immissione in atmosfera (Dir. 79/831 CEE)
Campo attributo ID Note
Codice sostanza X Identificativo
Denominazione Nome chimico della sostanza
Formula empirica Relazione numerica più semplice tra gli atomi di un composto
Denominazione secondo I.U.P.A.C. (International Union of Pure ed Applied Chemistry) regole per la nomenclatura definite in base a gruppi funzionali, alla struttura ed alla stereochimica delle molecole)
Numero CAS (Chemical Abstract Service Registry Number ) codice numerico assegnato alle sostanze registrate nel Chemical Abstract Service Registry system
Numero CEE Direttiva CEE 67/548 e successive modifiche
Grado di purezza
Principali impurità e relative percentuali
Categoria Tossica, molto tossica, infiammabile, molto reattiva, altro
Grado di infiammabilità Non infiammabili, facilmente infiammabili, estremamente infiammabili (come da Allegato II Decreto 20.5.91)

BANCA DATI DEI RAPPORTI DI SICUREZZA - Dati di aggregazione
GLOSSARIO ED ATTRIBUTI RELAZIONI

Una industria TRATTA una sostanza
Campo attributo ID Note
Codice dell'industria X Codice fiscale
Codice della sostanza pericolosa X Identificativo della sostanza
Qtà utilizzata In tonnellate
Periodo di riferimento
% di rischio


Una industria SVOLGE un'attività
Campo attributo ID Note
Codice dell'industria X
Codice dell'attività svolta X Codice ISTAT
Anno di riferimento




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