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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(135) ZELO – I
1.o Fatemi comprendere, o Signore, quali talenti mi avete dati: onde io senta come devo spendermi e sopraspendermi per le anime.
Il primo stimolo: i nobili istinti dell’uomo. Essi sono nel fondo del mio essere come un’eco della voce di Dio. Dio è bontà diffusiva: ha infuso nell’uomo un po’ di questa sua ineffabile perfezione. Sento che la mia vita non finisce col godimento proprio; approda a nulla che vi aggiunga una soddisfazione personale, sia pur elevata. Un moto spontaneo, incosciente la spinge fuori di sé, come la pianta è spinta verso il suo fiore ed il suo frutto. Tende a moltiplicarsi; germoglia per espandersi e sopravvivere. Di qui il bisogno di comunicare il proprio sapere ed il proprio pensiero: i proprii sentimenti, anzi, l’anima stessa.
Prima inclinazione: Io non voglio rimanere un essere sterile: occorre che io sia utile a qualcuno: Di buon grado prenderò questa massima: «Purché io serva!». Se servo a nulla sono uno strumento di rifiuto; faccio vergogna a me stesso.