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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
2.o L’amore alla Chiesa crea gli apostoli. Essa è mia madre perché mi ha generato alla vita nuova, mi ha formato sulle sue ginocchia, facendomi partecipare alla sua ricca eredità di fede e di vita. Io devo ad essa quanto vi è in me di soprannaturale. Io devo amarla. Ora essa mi chiede dei figli: «Da mihi liberos»1. Questo mi impegna a difenderla dagli assalti dei nemici; a zelarne la diffusione; a farla amare da chi non l’ama. Per quanto sia limitata la mia influenza, devo, con le preghiere, con l’opera, con la parola, farla conoscere: lavorando perché vi sia «un solo ovile sotto un solo pastore» (Jo. 10, 16).
L’amore alle anime richiede che io mi interessi della loro salute eterna. Io non posso essere un sincero credente e rimanere indifferente riguardo alla loro salvezza. Non è cosa indifferente: felicità eterna o fuoco eterno. Se il vizio è una sventura, io sarò mosso a liberarne i peccatori. Se l’ignoranza religiosa è causa di tutti i mali di oggi, io devo accendermi di zelo per i catechismi e l’istruzione. Se comprendo che vi è l’inferno e che molti prendono la via che mena colà, mi metterò alla porta, per sbarrare la via, gridando: fermatevi, o insensati, cambiate strada e salvatevi.