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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(137)     ZELO – III

 

       1.o  Tutti possono zelare: tutti; anche i contemplativi, i capifamiglia, le persone sole, gli infermi. Ognuno secondo il proprio ambiente e secondo il proprio stato. Lo zelo si esercita con la sofferenza, la fatica, la preghiera, le opere, la parola, la stampa e l’esempio. Ora nessuno è nell’impossibilità di praticare almeno qualcuno di questi apostolati: per esempio la preghiera, l’esempio. Vi sono spesso persone dipendenti: almeno si ha qualche relazione per necessità dello stato, dell’impiego, della vita stessa. Viviamo tutti in società. Anche i contemplativi: essi sono rinchiusi nei chiostri, per vivere più uniti a Dio, per difendere la loro virtù, per crescere nella loro santità. Ma se sono dispensati dalla predicazione, possono pregare; se non governano le anime, possono esercitarsi nella preghiera, nelle virtù. I loro meriti servono per i missionari: i Trappisti preparano le migliori conquiste dei missionari. E le sofferenze ai fini dell’apostolato non sono anche più efficaci? Gesù Cristo è propriamente il Salvatore per la Sua passione e morte.

 

      




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