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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
1.o Il Divino Riparatore ci restituì quanto avevamo perduto in Adamo. Non tutto però è ridonato nel Battesimo. In esso è restituita la vita della grazia con le virtù infuse e i doni dello Spirito Santo. L'immortalità l'avremo dopo la risurrezione; la soggezione della carne allo spirito si ottiene colla preghiera; la scienza l'abbiamo nella Rivelazione, nella pratica della fede, nella speranza della visione beatifica in cielo.
Rimane la condanna a morte ed a molte pene: per essere simili a Gesù Cristo che volle morire e soffrire ogni specie di dolori. Egli accettò la morte: «Non la mia, ma la Tua volontà sia fatta» (Lc. 22, 42). Il discepolo imiti il Maestro. l’accettazione della morte e atto di molto merito. Giova farlo frequentemente, anzi ogni giorno; od almeno nel ritiro mensile. La natura rifugge tanto dalla morte e dal dolore. Eppure coll'accettazione del dolore e della morte l’anima si fortifica nella virtù e si orienta nella vita verso il fine nostro: il paradiso. Giova pure molto ravvivare la fede nella risurrezione di Gesù Cristo e nella risurrezione della carne.