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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o Dice il Signore: «Orsù, convertitevi a me di tutto cuore, nel digiuno, nel pianto, nelle lacrime» (Joel. 2, 12). «Rimedia ai tuoi peccati con le elemosine ed alle tue iniquità con la misericordia verso i poveri» (Dan. 4, 24). «Fate degni frutti di penitenza» (Lc. 3, 8). «Chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt. 16, 24); «adempio nel mio corpo ciò che manca alla Passione di
Cristo» (Col. 1. 24). E quanto dure erano le penitenze canoniche nei primi tempi della Chiesa!
Si comprende bene: Dio è legislatore e rettore della società. Come saggio legislatore e prudente rettore impone pene per i delitti, perché ognuno abbia maggior orrore del peccato, la giustizia sia riparata, si comprenda quanto male sia la violazione della legge. Il penitente, con la penitenza, rimedia alle cattive abitudini, toglie le reliquie del peccato, cancella la pena del purgatorio.
Dio stesso, per la Sua misericordia, permette che molte volte siamo tribolati, oppressi da mali fisici o morali, contraddetti dagli uomini. Queste pene accettate dalla mano di Dio, in unione di Gesù Crocifisso e dell'Addolorata Sua Madre, servono mirabilmente come opere soddisfatorie.