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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o Poi viene l'amministrazione del Sacramento. Si recita il Confiteor, a nome dell'infermo, come una generica pubblica accusa di ogni peccato commesso. Il Sacerdote invoca un perdono generale dalla Divina Misericordia con il Misereatur e lIndulgentiam1. Poi impone la mano sull’infermo pregando: «Nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, si smorzi in te ogni potere diabolico per l'imposizione delle nostre mani e per l'invocazione di Maria Vergine, gloriosa e santa Madre di Dio, e di S. Giuseppe suo inclito Sposo, di tutti i santi Angeli, Arcangeli, Patriarchi, Profeti, Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini e di tutti i santi. Così sia.

     Quindi si ungono i sensi dell'infermo: gli occhi, le orecchie, le narici, le labbra, le mani, i piedi. Per ogni senso il Sacerdote ripete la formola, cambiando solo il nome della parte unta. Per questa santa unzione e la sua piissima misericordia, il Signore ti perdoni ogni mancanza commessa con la vista (o l'udito, l'odorato, il gusto e la lingua, il tatto, i passi).

 

 

    




1 “(Dio) abbia misericordia…”; “(Dio ti conceda) il perdono…”. (Rituale).




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