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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o S. Paolo ci avverte: «Dio è fedele, e non permette che siate tentati sopra le vostre forze; ma da la prova ricava vantaggio, soccorrendoci per superarla» (I Cor. 10, 13). S. Tommaso con S.Alfonso dice che la fedeltà di Dio sta appunto qui: nell'aiutare chi nella prova ricorre a Lui. Ben duri sarebbero i precetti divini, «presentare a chi ci ha percosso la destra, anche la sinistra, far del bene a chi ci perseguita; osservare perfetta continenza; obbedire a superiori cattivi ed ingiusti». Ma Gesù ha pregato nel Getsemani, S. Stefano ha pregato, S. Lorenzo ha pregato, i Santi hanno pregato, tante anime buone ogni giorno pregano; e compirono e compiono opere così eroiche ed impossibili alle umane forze.

     Dio tanto comanda a tutti. Perciò dice S. Giovanni Crisostomo: «Nessuno può essere scusato se cede al demonio, perché ha cessato di pregare, mentre poteva continuare». S. Agostino soggiunge ancora: «Non è colpa ignorare ciò che non hai potuto apprendere; è colpa invece la negligenza nel pregare». Che significa il comando divino: «Picchiate, domandate, chiedete?» (Mt. 7, 7). È certo che osserveremo la divina legge

 


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se realmente lo vogliamo, domandandolo sempre al Signore.

     Come per la vita naturale il Signore non ci offre la tavola imbandita, ma ci ogni mezzo per imbandirla; così per la vita soprannaturale ci offre ogni mezzo che dobbiamo adoperare con sollecitudine: Sacramenti, sacramentali, meditazioni, rosari, giaculatorie.

 

    




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