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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
(299) DOMENICA DI QUINQUAGESIMA
1.o Nel breviario di questi giorni si parla di Abramo «padre dei credenti». Egli si dispose a sacrificare l'unico figlio Isacco, non dubitando affatto della promessa di Dio che sarebbe stato padre di un gran popolo. Il sacrificio di Isacco era figura del sacrificio di Gesù in croce ricordato dal Vangelo; ed è la fede in questa morte del Salvatore che ci ottiene la salvezza;
come la fede al cieco nato ottenne la vita. «Gesù, dice il brano evangelico di oggi, presi in disparte i dodici, disse loro: Ecco, noi ascendiamo a Gerusalemme e si adempiranno tutte le cose predette dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo; Egli sarà dato nelle mani dei gentili, sarà schernito e flagellato e coperto di sputi. E dopo averlo flagellato, Lo uccideranno; ma risorgerà il terzo giorno. E quelli nulla compresero di tutte quelle cose, ed il senso di esse era loro nascosto e non afferravano quanto veniva loro detto. Or avvenne, che mentre Egli si avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare e, sentendo passare la folla, domandò che cosa mai fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: Gesù, figlio di Davide, abbia pietà di me. E quelli che precedevano gli gridavano di tacere. Ma lui a gridar più forte che mai: Figlio di David, abbi pietà di me. Allora Gesù fermatosi , comandò che gli fosse menato. E quando gli fu vicino gli domandò: Che vuoi che io ti faccia? E quello: Signore, esclamò, che ci veda. E Gesù gli disse: guarda; la tua fede ti ha salvato. E subito ci vide e gli andava dietro glorificando Dio. E tutto il popolo il popolo, visto ciò, lodò Dio (Lc. 18, 31-43).