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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - II

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2.o La S. Messa di questo giorno esprime la speranza della Chiesa nel suo celeste protettore L'Epistola ci parla di Giuseppe dell'antico testamento. Giacobbe morente profetizza del suo figlio Giuseppe che «sarà il pastore e la forza di Israele e che Dio lo colmerà di benedizioni». E Giuseppe, infatti, fu preposto da Faraone a tutta la terra di Egitto: «Andate da Giuseppe». E Giuseppe salvò il popolo dalla carestia. «Dio mi ha stabilito come padre del re, e padrone di tutta la sua casa. Egli mi ha innalzato per salvare molti popoli». Ecco l’ufficio di S. Giuseppe rispetto alla Chiesa.

     Il Vangelo, l’Oremus ed il Communio stabiliscono un confronto tra la S. Trinità del cielo e la creata Trinità della Terra: Gesù, Maria, Giuseppe. Maria è la vera Madre di Gesù; e poiché Giuseppe è vero sposo di Maria Vergine, ha diritto sul frutto benedetto del suo seno. Perciò nel Prefazio si dice che S. Giuseppe si comporta come padre rispetto a Gesù.

     L'Introito, le Orazioni e l'Offertorio ci mostrano in S. Giuseppe il protettore che la Divina Provvidenza stabilisce come delegato per aver cura del Corpo Mistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa; e vegliare su di essa nelle tribolazioni.

     S. Bernardino da Siena prega così S. Giuseppe: «Ricordati di noi, intercedi per noi con la tua

 


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potente preghiera, presso colui che è creduto tuo figlio, e rendici propizia la tua sposa, la Beata Vergine».

 

    




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