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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o Lo Spirito Santo così promesso, discende sugli Apostoli, come è narrato negli Atti.
«Sul finire dei giorni della Pentecoste, stavano tutti i Discepoli insieme nel medesimo luogo. E venne all'improvviso dal cielo un suono, come si fosse levato un vento gagliardo, che riempì tutta la casa dove abitavano. E apparvero ad essi delle lingue distinte come di fuoco, e sopra ciascuno dei Discepoli se ne posò una. E furono tutti ripieni di Spirito Santo, e cominciarono a parlare vari linguaggi, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di favellare. Or abitavano in Gerusalemme Ebrei, uomini religiosi, di tutte le nazioni che sono sotto il cielo. E venuto quel suono, si radunò molta gente, e rimase attonita, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E si stupivano tutti, e facevano le meraviglie, dicendo: Non sono costoro che parlano, Galilei tutti quanti? E come mai abbiamo udito ciascuno di noi il nostro linguaggio, nel quale siamo nati? Parti, Medi ed Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e della Libia, che è intorno a Cirene, e pellegrini Romani, tanto Giudei come Proseliti, Cretesi ed Arabi: abbiamo udite costoro discorrere nelle nostre lingue delle grandezze di Dio» (Act. 2, 1-11).
Dice S. Gregorio: «Lo Spirito Santo trasformò quegli uomini carnali conducendoli al Suo amore. Mentre lingue di fuoco apparivano all’esterno, nel loro interno si accendeva il fuoco della
carità e dello zelo; la loro mente si illuminava a conoscere quanto Gesù aveva loro insegnato.