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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - II IntraText CT - Lettura del testo |
2.o La prima cura è per l'anima: «L'anima non vale più del cibo?» (Mt. 6, 25). Cercate il regno di Dio e la Sua giustizia, ed ogni altra cosa vi verrà data in più» (Mt. 6, 33). S. Agostino dice: «Il Signore vuol farci ricordare che creandoci e formandoci di anima e di corpo ci ha dato molto di più che il nutrimento ed il vestito. Egli non vuole che le cure di queste cose dividano il nostro cuore». Siamo creati per
conoscere, amare, servire Dio; e poi raggiungerLo in cielo. Gli avari cambiano i mezzi in fine. E tutti intenti e attaccati ai beni della terra non ricordano né amano né cercano Dio ed il paradiso. «Nessuno può servire a due padroni; non potete servire a Dio e al denaro» (Mt. 6, 24-25).
E per il corpo? Occorre una cura moderata. Colui che ci ha dato l'esistenza ci darà pure i mezzi di sostentamento ed il vitto. Infatti: «Il corpo non è più del vestito?» (Mt. 6, 25). Il Signore pasce gli uccelli dell'aria che non seminano, né mietono, né accumulano nei granai. Il Signore veste di vaghi colori i gigli del campo; eppure non lavorano né filano. «Ora se Dio veste così le erbe del prato, che oggi esistono e domani sono gettate nel fuoco, quanto più lo farà con voi, uomini di poca fede?» (Mt. 6, 30). Una cura moderata del corpo è però comandata; né possiamo rimanere oziosi. Chi poi ha responsabilità di altri deve pure lavorare e provvedere per essi. Cerchiamo che Dio sia conosciuto, obbedito, amato; cerchiamo di conoscerLo, amarLo e servirLo in noi stessi. Il Signore aggiungerà la Sua grazia e diverremo santi. Abbiamo fiducia in Dio; lavorando e risparmiando moderatamente, il Signore ci darà quanto è necessario.