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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Capo XI
Per fomentare nell’anima l’intima ed affettuosa unione con Dio, fonte di ogni apostolato, sono necessarie due cose: la conoscenza di Dio e la conoscenza di se stessi, ossia i due termini dell’unione: Dio e l’anima.
La conoscenza di Dio abbraccia tutto quello che può farcelo ammirare ed amare, e quindi la sua esistenza, la sua natura, i suoi attributi, le sue opere, specialmente la sua vita intima e le sue relazioni con gli uomini.
Si conosce Dio attraverso lo studio della filosofia e della teologia, attraverso la meditazione e l’orazione e con l’abitudine di vedere Dio in tutte le cose.
La conoscenza di se stessi abbraccia tutto
ciò che si trova nel proprio animo: doti e difetti, doni naturali e doni soprannaturali, inclinazioni e ripugnanze, l’intima storia della propria vita, le proprie colpe, i propri sforzi, i progressi. Il tutto, studiato senza pessimismo, ma con imparzialità, con retta coscienza illuminata dalla fede.
L’apostolo dell’edizione, se vuole veramente santificare se stesso e le anime, deve dunque unire allo studio di Dio anche quello di se stesso. Deve cioè allenarsi ed entrare nel suo interno per esaminarvi il suo piccolo mondo invisibile onde conoscere ciò che vi è in lui che viene da Dio e [ciò che viene] dalla natura corrotta, per assecondare l’uno e rigettare l’altro, perché l’esame è conoscenza pratica che riforma la vita.
Attenderà a questo studio di se stesso mediante la pratica quotidiana dell’esame di coscienza, generale e particolare, secondo il metodo «via, verità e vita».1