- PARTE PRIMA LA DONNA PUÒ E DEVE FARSI COOPERATRICE DELLO ZELO SACERDOTALE
- Capo IV APOSTOLATO DELLA DONNA NEL PASSATO
- [Nella storia della Chiesa]
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[Nella storia della
Chiesa]
Molto
interessante sarebbe la storia della donna nella Chiesa cattolica ed è da
augurarsi che ne sorga presto lo scrittore. Qui, tacendo di infinite altre,
ricorderò solo la madre e la sposa di Costantino il grande,15 cause non
ultime della libertà della Chiesa e del suo trionfo sul paganesimo; Genoveffa16
e Clotilde, moglie di Clodoveo, re dei Franchi, cui si deve la conversione del
marito e del regno; Berta17 cui in gran parte l’Inghilterra va
debitrice della fede; Iarislaw e Lioba,18
venerate come missionarie tra i paesi slavi, germanici, ungheresi. Sono felici
primizie di quella grande schiera d’eroine19 che in ogni secolo partirono
accanto al missionario, per portare la fede e la civiltà nei paesi selvaggi
dell’Asia, Africa, Oceania.
A tre donne sono pure legati tre
fatti che
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nella storia ecclesiastica sono
di una gravità eccezionalissima. Il chiudersi di quel soggiorno che fu causa di
guai infiniti per la Chiesa, che giustamente fu detto esiglio o schiavitù
avignonese, è merito insigne di santa Caterina da Siena: di questa donna, cui
si inchinano gli increduli non meno dei cattolici: di questa donna piissima,
letterata,20 abile in politica, ma che
tutto riceveva dalle penitenze e dalla preghiera. Il potere temporale dei papi,
che, se fu occasione di alcuni mali, portò immensi vantaggi alla Chiesa, ci
ricorda subito il nome della celebre Matilde di Canossa, la sua fermezza contro
le mire ambiziose dell’imperatore, il suo aiuto prestato al papa. Un’umile
giovane poi, la signorina Jaricot,21
creando l’Opera della Propagazione della
fede ha gettato le basi di un avvenire glorioso per la Chiesa, ha aperto
l’epoca d’oro delle missioni cattoliche.22
Quante sante, che noi
veneriamo sugli altari, e che perciò erano dotate di umiltà eroica, non
infervoravano nel bene le donne e le fanciulle solamente! ma, avendone
l’occasione, stimolavano allo zelo gli stessi ministri del Signore, i pastori
delle anime, i vescovi e i papi! Si veda quanto facevano santa Brigida,23 santa Caterina da Siena, santa Maria
Maddalena dei Pazzi,24 santa Teresa,25 santa Giovanna Francesca di Chantal26
e altre innumerevoli. Quando si trattava di promuovere la gloria di Dio e la salute
delle
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anime non solo pregavano, ma avvisavano ed
esortavano le persone più alte in dignità nella Chiesa; né questi se ne
offendevano, ché, anzi, ne lodavano lo zelo e se ne valevano. Santa Giovanna di
Chantal scriveva, per sua memoria, in una carta che si trovò dopo la sua morte:
«Bisogna che ti ricordi di pregare monsignore di Ginevra,27 perché faccia istruire la minuta plebe
della città circa il modo di udire la santa messa con riverenza e divozione e
di far al mattino l’offerta al Signore di tutte le azioni della giornata». Che
forse un san Francesco avesse bisogno di avvisi per la coltura del suo gregge?
Tuttavia la santa, credendolo utile, non lasciò di darlo e san Francesco subito
se ne giovò. Così leggiamo di santa Maria Maddalena de’ Pazzi: «Ardente di zelo
per le anime, quasi dimentica del suo sesso e della sua condizione di suora,
investita dallo Spirito divino, dava salutari avvisi a Giovanni28 de’
Medici, arcivescovo di Firenze, poi papa Leone X, che la assecondava; dettava
lettere per i superiori di case religiose, affinché ne riformassero gli abusi».
A Maria de’ Medici,29
regina di Francia, raccomandava caldamente quell’inclita religione che fu
sempre la più perseguitata nel mondo, ed allora era stata bandita dalla Francia;
assicurandola che avrebbe fatto grande servizio alla divina gloria,
impegnandosi presso il re suo sposo, perché in Francia la rimettesse. Con gran
calore
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esortava quella regina ad adoperarsi perché colà
venissero estirpate le eresie e perché quella grande nazione ritornasse a
quella pietà in cui si era segnalata ai tempi di re Lodovico.30
Nella vita di santa Caterina da
Siena si descrive lo sposalizio mistico della sua anima con lo sposo divino
Gesù Cristo. E subito dopo si legge l’ordine datole dal Signore: «Io voglio che
le tue virtù siano feconde, non solo per l’anima tua, ma ancora per quella del
tuo prossimo. Io voglio unirti a me coi legami della carità verso gli altri. Tu
sai che due comandamenti, l’amore
del prossimo e l’amore di Dio, racchiudono tutta la legge: essi ti debbono
servire come di piedi per camminare e di ali per volare e condurmi anime...».
Santa Germana Cousin31 non
era che una pastorella inferma, scrofolosa,32
maltrattata dalla matrigna: ma nel suo cuore ardeva il fuoco dello zelo. Allorché
le pecore pascolavano sul pendìo dei monti od erano chiuse nell’ovile, ella si
raccoglieva attorno bambine e bambini e loro insegnava il catechismo, a viver
buoni, a fuggire il peccato.
Lo storico
Palladio33 ci fa un ritratto stupendo di santa Olimpiade, diaconessa,
scelta da san Giovanni Crisostomo:34 rimasta vedova a vent’anni, rifiuta
nuove nozze e dedica le immense sue ricchezze, le nobili sue energie, le sue
cognizioni a servizio della Chiesa. – Visitava
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gli infermi per soccorrerli, prepararli all’ultimo passo,
istruirli; proteggeva e consolava gli esiliati, i carcerati, le vergini: era la
cooperatrice forte di san Giovanni Crisostomo nel difendere l’ortodossia,
nell’istruire gli ignoranti, nel soccorrere e servire alle diverse chiese.
Esiliato il grande
patriarca, ella combatteva l’eresia, ripeteva al popolo le dottrine del vescovo
e giunse anche ad eccitare lo zelo del clero contro le mene degli eretici. – Forse
è per essa che san Giovanni Crisostomo sentenziò che le donne «possono partecipare a tutte le opere che
conferiscono al bene pubblico».
Alla beata Giuliana di
Liegi35 noi dobbiamo l’istituzione di quella solennità che è vero
trionfo dell’Eucarestia: la festa del Corpus Domini.
E, per passare ad
altro ordine di fatti, ricordiamo che sette tra i più grandi dottori della
Chiesa36 attestano l’efficacia quasi decisiva della propria madre per
le loro convinzioni, per il loro carattere, per la loro vocazione: san Basilio, san Gregorio Nazianzeno, san Giovanni Crisostomo, san
Girolamo, sant’Ambrogio e sant’Agostino. – Ricordiamo37 quella santa Caterina
di Alessandria che disputa coi più sottili sofisti pagani, li convince, li
converte, ne fa altrettanti martiri. La giovane, educata da san Girolamo sui
libri di sant’Atanasio, è consultata da molti ed a Roma opera un bene grande
per la fede. – Ricordiamo Melania,38 che confuta Pelagio, discute con
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gli stoici,39 converte Valusiano, rimasto ostinato anche
innanzi alla stringente logica di sant’Agostino.
Tutti conoscono
l’importanza eccezionale che rivestono oggi quegli avvenimenti mondiali che
sono i Congressi eucaristici. Si
succedono da una lunga serie d’anni con un’imponenza e una copiosità di frutti
veramente consolantissimi. Ora: essi ebbero origine da un’umile serva di Dio,
che li ideò nel silenzio e nella preghiera.40 – Tutti toccano con mano
il diffondersi e l’efficacia della divozione al sacratissimo Cuore di Gesù
nella vita cristiana: ora fu Gesù Cristo che scelse un’umile suora della
Visitazione per sua apostola: la beata Margherita Alacoque.41
Tutti
sanno quanto abbiano contribuito ad abbattere il filosofismo francese, il
razionalismo materialista di ieri e l’incredulità venuta di moda, i fatti
svoltisi a Lourdes da mezzo secolo a questa parte. Ora fu Maria santissima
Immacolata che scelse come sua confidente e come sua apostola una fanciulla
tanto innocente quanto semplice: Bernadette Soubirous.42
15 Elena Flavia Giulia (250-330), prima
moglie di Costanzo I Cloro, madre di Costantino. Fu benemerita per l’appoggio
dato alla religione cristiana dopo l’editto
del 313 e per la costruzione di basiliche a Roma e in Terrasanta. – Fausta
Flavia Massima (298-326), figlia di Massimiano imperatore e sorella di
Massenzio, fu maritata a Costantino in Gallia ancora bambina, nel 307. In vita
e in morte fu coinvolta in tragedie familiari.
16 Cf. Bolo,
La donna e il clero, o. c., pp.
16-17.
17 Questa santa, congiunta del re del Kent,
ebbe cinque figlie che educò alla fede. Rimasta vedova divenne abbadessa di un
convento da lei stessa fondato. Morì nel 725 (MM). Cf. quanto dice di Berta: Ventura G., La donna cattolica,
II, Milano-Genova 1855, p. 304: «La monarchia e nazionalità inglese sono
opera di una principessa francese, santa Berta, figlia di Cariberto, re di
Parigi. Essa è colei che convertì il re Etelberto, suo sposo, e la nazione
inglese al cristianesimo».
18 Così in DA. Alberione qui forse dipende da Bolo, La donna e il
clero, o. c., p. 16s. Lioba (o Leoba, Leobgytha, Truthgeba) è una santa
benedettina, badessa verso il 745 nel convento forse da lei stessa fondato di
Tauberbischofsheim nel Baden. Imparentata con san Bonifacio dal lato materno,
con lui partecipò alla cristianizzazione della Germania. Morì il 28 settembre
del 782 (o 779/780) a Schörnsheim, presso Magonza (MM). – Di Iarislaw (Jarislaw
o Jaroslaw) si contano diversi principi, di Kiev e di altri territori slavi, ma
non è facile accostarli alle sante donne di cui qui si parla.
19 DA ha
eroi.
20 Forse illetterata.
21 DA ha Iaricot.
Cf. Bolo, La donna e il clero, o. c., p. 17.
Pauline-Marie Jaricot è la fondatrice dell’Opera della Propagazione della fede
– cf. DA 40; 47; 79; 108; 115;
174-175; 327. Nata a Lione il 22 luglio 1799, lì anche morì il 9 gennaio 1862.
Apparteneva ad una ricca famiglia di industriali ed ebbe una giovinezza
spensierata. Mutò vita dopo una grave malattia. Illuminata dal fratello
Philéas, che poi divenne missionario, Pauline-Marie iniziò fra giovani operaie
e alcuni influenti membri del laicato cattolico, quel movimento di preghiera e
di raccolta di offerte che il 3 maggio 1822 divenne la grande opera di soccorso
per le missioni cattoliche. Animata dal desiderio di riparazione e da quello di
diffondere la buona stampa, la Jaricot fondò nel 1826 anche il rosario vivente
– cf. DA 115; 306. Percependo come la
miseria favorisse la scristianizzazione degli operai, volle tentare un rimedio
con un’impresa audace: la creazione di una officina cristiana. Allo scopo ella
acquistò le officine Rustrel, nelle Basse Alpi, per gestirle in forma
cooperativa. Ma fu ingannata, e l’impresa fallì. Il suo processo di
beatificazione fu poi iniziato nel 1930.
22 Alcune di queste organizzazioni erano,
per esempio, l’Opera della Santa Infanzia, delle Scuole d’Oriente, di san
Pietro Claver, le Œuvres apostoliques, il Bonifaciusverein, la Ludwigsverein,
l’Œuvre des partants e simili, tutte iniziate con lo scopo di sovvenire con
denaro l’una o l’altra delle regioni o delle istituzioni apostoliche nel mondo.
L’opera “missionaria” più citata dall’Alberione era probabilmente proprio la
Propagazione della fede (esistente fin dal 3 maggio 1822) ideata dalla signorina
Pauline Jaricot.
23 Birgitta
Persson (nata nel 1303) era svedese e di nobile famiglia. Venne maritata contro
la sua volontà e per un anno si mantenne vergine. Poi ebbe otto figli, tra cui
santa Caterina di Svezia. Fondò le Brigidine (Ordine del Santissimo Salvatore).
Diede anche consigli a più di un papa, come Urbano V e Gregorio XI. Morì a Roma
nel 1373. Alberione era legato affettivamente a questa santa fin da bambino,
per via di una chiesetta a lei dedicata vicino alla Cascina Agricola, dove la
famiglia si era trasferita, nelle campagne di Cherasco. Davanti a quella
chiesetta la mamma aspettava il piccolo Giacomo all’imbrunire, di ritorno dalla
scuola elementare.
24 È una
santa monaca carmelitana (1566-1607) di nobile famiglia fiorentina e del
monastero di San Frediano.
25 Teresa de Cepeda y Ahumada nacque ad Avila, in
Spagna, il 29 marzo 1515 e morì ad Alba di Tormes il 4 ottobre 1582. Ebbe una
infanzia fervorosa e una prima
adolescenza dissipata. L’anno della sua professione si ammalò e decise di
dedicarsi alla preghiera. Riavutasi dalla malattia per intercessione di san
Giuseppe, si rilassò di nuovo frequentando piacevolmente persone del mondo. La
morte del padre (1543) spinse Teresa a riprendere l’orazione e a restarvi fedele.
Nel 1560, sull’onda del Concilio di
Trento (1545-1563), Teresa poté intraprendere, con fervore, la riforma
dell’Ordine del Carmelo che finì con la restituzione delle Carmelitane (scalze)
all’osservanza della regola primitiva. Da donna pratica qual era, si occupò
delle minime cose del monastero senza trascurare mai la parte economica.
Alberione si riferisce spesso a questa santa – cf. DA 47; 182; 225; 244; 246; 335.
26 Francesca Frémyot (1572-1641) era nata a Dijon, in
Francia, da famiglia ricca. Dopo la morte del marito, il barone di Chantal,
ella si dedicò all’apostolato cattolico in un’epoca in cui luteranesimo e
calvinismo si diffondevano in Francia. Sotto la guida di Francesco di Sales,
nel 1610 fondò l’ordine della Visitazione (MM).
27 È
Francesco (1567-1622), vescovo di Ginevra, dottore della Chiesa, protettore dei
giornalisti, nato nel castello di Sales (nella Savoia) il 21 agosto 1567 e
morto a Lione (Francia) il 28 dicembre 1622. Alberione si riferisce spesso a
questo santo – cf. DA 67; 239; 244;
247; 248; 335. La Filotea era un
libro utilizzato spesso nelle meditazioni ai seminaristi.
28 DA ha Alessandro. In realtà chi divenne Leone X (1513-1521) fu Giovanni
de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico. Eletto papa (1513),
riconobbe la Chiesa gallicana (1516). Di indole pacifica, politicamente oscillò
tra Francia e Spagna accordandosi infine con Carlo V di Asburgo (Spagna e
Austria) contro Francesco I di Valois, francese (1521). Amante del bello e
dello sfarzo impoverì l’erario della Chiesa ma promosse lettere, scienze e
arti. La data di inizio della Riforma di Lutero (affissione delle 92 tesi al
duomo di Wittenberg nel 1517) coincise con il 4° anno di pontificato di questo
papa. Se l’autore intendesse realmente Alessandro e non Giovanni de’ Medici,
allora il papa a cui si riferisce sarebbe, inverosimilmente, Alessandro XI, che
regnò dal 1° aprile al 27 dello stesso mese, del 1605: solo 25 giorni di
pontificato (MM).
29 Maria de’
Medici (1573-1642) era la figlia di Francesco II di Toscana. Sposò Enrico IV di
Francia (1600). Reggente (1610-1615) per il figlio Luigi XIII, suscitò l’odio
del popolo e dei nobili per l’influenza consentita a Concino Concini,
gentiluomo fiorentino del suo seguito. Maria fu esiliata dal figlio in
Inghilterra e poi a Colonia, in Germania.
30 Forse
allude a Lodovico, detto il Pio (778-840), figlio cadetto di Carlomagno. Ma
potrebbe anche trattarsi di Luigi IX, santo (1214-1270), figlio di Bianca di
Castiglia.
31 Nacque
vicino Tolosa, terra di lotte tra cattolici ed ugonotti, nel 1579. Bambina
inferma e priva dell’uso della mano destra, era esposta anche a malattie della
pelle ripugnanti. Fu oggetto di scherno nella sua stessa famiglia. A nove anni
fu isolata dietro un gregge di pecore. Al rientro dal pascolo, la sera, era
costretta a dormire nella stalla. Non fece nulla di particolare durante la vita.
La si trovò morta un mattino dell’estate del 1601, a 22 anni. Ma nel 1644 il
suo corpo fu rinvenuto intatto e l’atteggiamento dei suoi parrocchiani cambiò
nei suoi riguardi. Ella era stata soltanto una contadinella devota, “bigotta”
secondo altri, ma divenne la patrona del Mouvement
rural de la jeunesse chrétienne féminine.
32 La
scrofola (da “scrofa”) è l’ingrossamento delle linfo-ghiandole del collo,
spesso di natura tubercolare.
33 Blosio Palladio (1508-1580) fu
segretario prima di Clemente VII e poi di Paolo III che lo nominò vescovo di
Foligno nel 1540 (MM).
34 DA qui e più avanti ha Grisostomo.
35 Giuliana
di Liegi, o di Cornillon, nacque a Retinnes, presso Liegi nel 1191. Rimasta
orfana, prese il velo verso il 1207. Ebbe una prima visione nel 1209, seguita
da molte altre. Verso il 1230 divenne priora del Mont-Cornillon e compose un
ufficio. Si dimise da superiora il 2 maggio 1248, per ritirarsi a Fosses dove
morì il 5 aprile 1258.
36 Sette… in realtà don Alberione ne elenca
sei. Il settimo Padre può essere sant’Atanasio d’Alessandria (cf. DA 139, nota 14). Le loro sante madri
sono rispettivamente: sant’Emelia, di Basilio; santa Nonna, di Gregorio;
sant’Antusa, di Giovanni Crisostomo; santa Monica, di Agostino. Delle altre non
ci è pervenuto il nome.
37 Qui
Alberione sintetizza un testo di Bolo,
La donna e il clero, o. c., p. 153, su
“donne scienziate nel passato”.
38 Melania la Giovane (383-439), nobildonna
romana, nipote dell’altra Melania, l’Anziana, parente di san Paolino da Nola,
lasciò Roma dopo la morte dei figli, passò in Sicilia e quindi a Gerusalemme,
dove fondò un monastero sul Monte degli Ulivi. Fu in relazione con Paolino,
Girolamo, Agostino, ed ebbe dispute con Pelagio (354-427), il monaco bretone
confutato da Agostino.
39 DA ha
storici.
40 Si tratta
di Maria Marta Emilia Tamisier (Tours 1884-1910). Ispirata da Pier Giuliano
Eymard, si propose di diffondere il culto dell’Eucaristia fra il popolo,
imitando la pietà mariana espressa nei pellegrinaggi ai santuari. Animò e
organizzò in tal modo pellegrinaggi ai santuari legati all’Eucaristia o a
miracoli eucaristici. Il primo pellegrinaggio, alla cappella dei Penitenti
Grigi di Avignone, risale al 1874. Mons. L. G. de Ségur, arcivescovo di Parigi,
fece propria l’iniziativa ottenendo da papa Leone XIII l’approvazione
dell’Opera dei Congressi (1881). Cf. La
Civiltà Cattolica 4 [1910] 80.
41 Suora
della Visitazione, nacque il 22 luglio 1647 nei pressi di Paray-le-Monial,
nella diocesi di Autun, in Francia. Rimasta orfana di padre, di famiglia
numerosa, presto conobbe il patire. A 24 anni, il 25 maggio 1671, entrò tra le
Visitandine di Paray. Mentre si diffondeva ovunque il giansenismo, ad opera di
questa donna iniziò il culto al sacro Cuore di Gesù.
42 DA ha Bernardetta Soubiroux. Bernadette o Maria Bernarda Soubirous era nata
il 7 gennaio 1844 a Lourdes dove le apparve l’Immacolata Concezione dall’11
febbraio al 16 luglio 1858. Il 30 ottobre 1867 emise la professione religiosa
tra le suore di Nevers. «Non è buona a niente» dichiarò allora la superiora
generale, ma mons. Forcade le fece una consegna: «Figlia mia, io vi do il
compito di pregare».
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