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Giacomo Alberione Donna associata IntraText CT - Lettura del testo |
[Trattenere il marito dal male]
Anzitutto la donna cerchi di allontanare il marito dal male. I caffè, i teatri, le compagnie, i giuochi, i divertimenti, le relazioni men che oneste, i giornali e i libri cattivi sono quanto può rovinare un marito. Se egli si appiglierà a tali cose, anzitutto perderà l’affetto alla famiglia: le ore più noiose saranno quelle che egli è costretto a passare in casa: diverrà indifferente al dolore e alla gioia dei suoi: non penserà più a provvederli di una buona educazione e di quanto loro occorre. Di più: diverrà sprecone, bestemmiatore, crapulone, disonesto... E con tutto questo, se nel suo cuore non si spegnerà totalmente la fede, certamente però sarà distrutta la vita cristiana.
Ebbene come potrà la donna trattenere il
marito in casa nelle lunghe serate invernali, nell’ora di riposo dopo mezzodì, nei giorni festivi? Non tanto con avvisi: meno ancora coll’imbronciarsi o con eterne lamentele colle comari: ma col rendere amabile la casa. Una casa pulita ed ordinata: figli rispettosi e affezionati al padre: cortesia e bei modi di trattare: cordialità e vivande ben preparate: utili occupazioni famigliari ecc., ecco dei mezzi molto efficaci, non a trattenere tutti i mariti dall’uscire pericoloso, ma a trattenerne una parte. «Invece si allontanano i mariti, i padri, i fratelli dalla casa in tanti modi: colla negligenza, colla pigrizia, col disordine, col sudiciume, con una testa spettinata... Ancora: si allontanano col malumore, con l’egoismo che non si vuol scomodare, coi modi sgarbati, impazienti, petulanti, col continuo gemere e lamentarsi e sospirare e crucciarsi e brontolare... Forse ancora: colla mania dell’ordine, della pulizia, della monotonia, col rinfacciare sempre difetti, col narrare cose dolorose...». Così si esprime T. Combe in quel libro aureo: Semplici verità alle donne del popolo italiano; un tesoro per le spose.