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Giacomo Alberione
Donna associata

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Le amicizie spirituali

Il Signore si fa chiamare nella sacra Scrittura l’amante delle anime: Domine, qui amas animas.32 E sappiamo un poco quali grandi e numerose prove d’amore abbia date alle anime! Non si può mettere in dubbio che Egli prediliga chi più è santo e più ricambia d’amore Dio stesso: Io amo quelli che mi amano.33 E noi a imitazione di nostro Signore dobbiamo pure amare le anime e tra esse dobbiamo amare più quelle che meglio amano il Signore.

E questa si può chiamare amicizia spirituale, che può anche mostrarsi esteriormente in molti modi santi. Essa non ha da confondersi con l’amicizia particolare, condannata dai maestri di spirito. L’amicizia particolare infatti nasce


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dal genio, dalla simpatia naturale, dalla graziosità esteriore; mentre l’amicizia spirituale nasce dall’amore verso Dio; la prima finisce nella carnalità e nel fango: la seconda guida al cielo ed è stata uno dei grandi mezzi di bene usati da santa Teresa.

Questa santa infatti aveva contratta una amicizia spirituale con quattro anime desiderose tutte di aiutarsi e infervorarsi a vicenda nel servizio di Dio, non solo, ma ancora di istruirsi e darsi vicendevole aiuto nel far del bene agli altri.

E questi due sono gli scopi da prefiggersi nel contrarre una amicizia spirituale.

Il primo scopo si raggiunge con tre mezzi: la preghiera vicendevole, la correzione fraterna di quei difetti che appaiono esternamente, le conversazioni spirituali dirette a meglio persuadersi delle vanità del mondo, a meglio affezionarsi alla vita pia, a meglio praticare le virtù cristiane.

Santa Teresa parlando dello zelo osserva: che siccome altri si uniscono assieme per disporre malvagità ed errore, così le amiche spirituali assieme concertano i mezzi di fare il bene e giovare alle anime. Quante volte ottime zitelle, giovani, donne sarebbero piene di sante intenzioni, avrebbero in mente tante industrie e tanti mezzi, sarebbero, di più, disposte a grandi sacrifizi per il prossimo! Ma perché timide, ma


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perché isolate, ma perché non esternano mai con alcuno questi intimi loro segreti, restano inoperosi tanti talenti, inaridite inutilmente nobili energie. Eppure spesso accade che tali sentimenti sarebbero comuni a diverse che si conoscono, e parlano spesso tra loro di tante bagatelle! Manca solo una occasione, perché questi sentimenti, fiori odorosi di vera carità verso Dio, si manifestino e si cambino in frutti.

Ebbene quest’occasione potrebbe essere fornita dalle amicizie spirituali. – Quante altre volte la donna pone mano ad un’opera di bene, per esempio a fare qualche lavoro per una famiglia povera, a visitare infermi, a sostenere l’Opera dei catechismi, una divozione, ecc.: ma poi, perché non ha il conforto d’una parola amica, non ha la forza che viene dall’unione, si disanima alla prima difficoltà! Ebbene questo conforto, quest’unione, potrebbero essere forniti da un’amicizia spirituale.

Ed il bene possibile a farsi è tanto, anche quando queste amiche spirituali sono semplici donne del popolo.

E come sono in pratica tali amicizie? – a) Anzitutto tali persone devono essere alquanto libere di sé per poter meglio conferire qualche volta tra loro: per esempio una volta ogni settimana, nei giorni feriali o festivi. b) Devono essere, non già perfette, unendosi appunto perché intendono di aiutarsi colla correzione e cogli


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altri mezzi di santificazione, ma di virtù alquanto provata. c) Adunandosi faranno qualche buona lettura, qualche conversazione spirituale, ecc.: non dovranno mai permettersi mormorazioni, comunicazioni troppo intime, discorsi non spirituali o non diretti al bene altrui. d) Dovranno coltivare in modo speciale l’umiltà, lasciarsi dirigere ciascuna dal proprio confessore, riconoscere con tutta semplicità ogni difetto di cui venissero avvisate. e) Il loro numero non deve superare il cinque: le escluse potrebbero formare una cinquina distinta. Tra di esse vi deve essere una, eletta a maggioranza di voti, che rappresenti la parte di sorella maggiore. Le adunanze potrebbero essere settimanali. Si ha da evitare ogni cosa che impedisca i doveri particolari di ciascuna, di palesare troppo le loro intenzioni, di fare cose che siano troppo singolari, strane, ridicole: basterebbe questo per distruggere ogni frutto desiderato. Consiglierei la lettura dell’opuscolo del Frassinetti Le amicizie spirituali (Roma, Tipografia Poliglotta Vaticana - L. 0,15).




32 DA aggiunge tra parentesi tonde Sap. II-V-17. Cf. Sap 11,26 (11,27 secondo la Volgata): «Signore, amante della vita».



33 Cf. Sir 4,14.






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