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Giacomo Alberione
Donna associata

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Rimedii - programma

1. Convincere genitori, catechisti, fanciulli dell’importanza dell’istruzione religiosa con prediche, avvisi, conferenze, visite alle famiglie.

Una scuola di catechiste, volontarie, tenuta dalle maestre e dal parroco.

Una organizzazione pratica d’insegnamento con regole precise, premiazioni solenni, proiezioni... Mirare ad istituire un oratorio, pia unione per la comunione dei fanciulli.

2. Esercizi spirituali e conferenze particolari alle figlie.

Un circolo femminile di cultura con scopo religioso, non solo, ma anche sociale (divertimenti onesti, canto, scuola della buona massaia, cassa dotale) e religioso (istruzioni particolari, conferenze particolari preparatorie al


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matrimonio). Pensionato per le immigrate, tenuto da suore. Insistere per ottenere la separazione dei giovani dalle figlie nell’entrare ed uscire dalla fabbrica.

3. Organizzarle con scopo morale e religioso. Istruzioni e conferenze sui loro doveri, per far sentire la responsabilità che hanno innanzi a Dio, alla famiglia, alla società.

4. Istruzioni speciali (non escluso il vangelino od anche l’istruzione in ogni santa messa). Esercizi spirituali per esse: occasioni straordinarie di confessarsi: insistendo presso le donne che procurino l’intervento dei loro mariti. Servirsi pure della donna per raggrupparli in una organizzazione con scopo materiale e morale. Opera di assistenza agli infermi poveri a scopo anche d’avvisare il parroco di quanti, pure essendo gravi, trascurano di chiedere il sacerdote.

5. Apostolato della preghiera, anime vittime pel bene parrocchiale.

Patronato pel catechismo e pro erigendo oratorio, specialmente tra i più abbienti.

6. Scegliere una maestra o donna colta per corrispondere, coi segretariati delle famiglie per studenti e colle opere per gli emigranti in Germania. Scegliere una donna collettrice per le Opere della Propagazione della fede, Santa Infanzia e Obolo di san Pietro.

Per ottenere man mano questo lavorio cristiano femminile e queste organizzazioni si


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dovrà anzitutto stabilire tra le donne migliori un comitato locale dell’Unione delle donne cattoliche d’Italia. Coltivandolo con ogni diligenza, sarà facile che da esso e per le persone che lo compongono venga man mano ideato e compiuto sotto la guida del parroco tutto il restante lavoro.

7. 13 Non è generalmente difficile comprendere la necessità del lavoro locale: la si vede, la si sente, la si tocca. Quello che invece importa qualche difficoltà si è il capire la urgenza del lavoro nazionale ed anche internazionale. Eppure è cosa da meditarsi con serietà: gli interessi generali devono anteporsi ai particolari: non possono promuoversi efficacemente molte delle opere locali, senza alcune condizioni di ordine nazionale. Come potrebbe avere buon risultato tutto il lavoro attorno alla gioventù se, passata l’amministrazione delle scuole elementari allo Stato, ci manderanno maestri irreligiosi? Come avrebbero buon effetto le predicazioni se, dilagando la stampa cattiva, i nostri uditori ogni giorno leggeranno errori? Di qui: l’urgenza di aderire al movimento nazionale, e per alcune opere anche al movimento internazionale.

La direzione generale dell’Azione cattolica,14 composta dei capi dei diversi rami, Unione popolare, Unione elettorale,15 Gioventù cattolica, Unione delle donne cattoliche, ecc. studia di


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pieno accordo i problemi più importanti, e traccia la via da seguirsi da tutti. Poi comunica le sue deliberazioni in tante pubblicazioni a tutti gli aderenti: così si può avere nei momenti difficili una guida unica, sicura, illuminata. La divisione, la mancanza di disciplina, l’egoismo privato sono sempre i preludii delle sconfitte. Nessun sacerdote però potrà innalzarsi a queste considerazioni e formarsi questa persuasione senza tenersi a giorno delle grandi questioni e senza leggere le pubblicazioni delle diverse unioni generali, che le16 trattano.

8.17 Poche opere, ma ben coltivate. «Talora è bene frenarsi anche nelle cure e nei desideri buoni; per non cader vittima della dissipazione mentale a cagione dell’inquietudine...». Ne risulterebbe subito una dispersione di forze mentre occorre condensarle, perché riescano efficaci. È così che lavoratori, formidabili anche, non lasciarono che miserabili abbozzi, non fecero che moltiplicare e lasciare languire o troncare imprese, forse prima di morire rimasero schiacciati e quasi sepolti sotto i molteplici impegni.

Ogni opera importa preoccupazioni, conversazioni, relazioni, corrispondenze, visite ecc. Come non si esaurirebbero le forze di un individuo? – Si dirà: ma io distribuirò anche il lavoro... Sta bene: ottima sapienza, quella di Dio, anzi. Ma il parroco dovendo unificare il lavoro18


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pastorale, dovrà esserne l’anima. Ed allora egli sarà ogni giorno agitato da una febbre che consumerà la sua fibra e corroderà il suo patrimonio intellettuale e spirituale, poiché ogni sacerdote ha bisogno d’un tempo discreto per nutrire la sua mente e la sua pietà. Mancando il necessario alimento alla mente egli diverrebbe l’uomo del passato, ristretto; il suo giudizio non sarebbe più maturato e premeditato, ma trascinato; la sua azione lo dominerebbe invece che emanare come bella opera di libertà. Mancando l’alimento allo spirito egli diverrebbe arido, privo d’effusione con Dio e il profumo della pietà sacerdotale.

Poco e bene: fu non solo la massima dei santi, ma anche degli uomini grandi. Fa abbastanza chi fa bene una cosa. Il venerabile don Cafasso, gran santo, ottimo formatore del clero, assiduo lavoratore, ha lasciato scritto: «La vita del sacerdote ha da essere più spirito che azione se vuole che l’azione si moltiplichi nell’efficacia e nei frutti».




13 DA ha 5.



14 L’Azione cattolica italiana (ACI) era l’organizzazione nazionale del laicato cattolico per una speciale e diretta collaborazione con l’apostolato gerarchico della Chiesa. Quando nacque l’ACI, verso la metà del secolo xix, le condizioni del cattolicesimo in Italia erano particolarmente difficili.



15 L’Unione elettorale cattolica italiana era un’organizzazione costituita dopo la soppressione dell’Opera dei congressi in base all’enciclica Il fermo proposito di Pio X (11 giugno 1905) e al temperamento del non expedit, allo scopo di coordinare e dirigere le forze cattoliche italiane nelle competizioni elettorali, in cui erano chiamate a prendere parte.



16 DA ha la. Ma il riferimento sembra essere alle “grandi questioni” di poco prima.



17 DA ha 6.



18 DA ha lavorio.






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