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Giacomo Alberione, SSP
Maria Regina degli Apostoli

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APOSTOLATO FEMMINILE

 

          La madre del celebre Card. Vaughan di Westminster (Inghilterra) aveva un vivo desiderio che i suoi figli si consacrassero al Signore come sacerdoti o religiosi. Faceva, per questo, ogni giorno un'ora di adorazione al SS. Sacramento. E la sua preghiera fu ben esaudita dal Signore; cinque sue figlie diventarono Suore. Dei suoi otto figli sei furono sacerdoti: e tra essi un Cardinale e due Arcivescovi.

          Un'altra madre fortunata e santa fu Donna Zélia Bulhões Pedreira Abren Magalhães. Aveva nove figli; tre diventarono sacerdoti: un Lazzarista, un Francescano, un Gesuita. Le sei figlie si consacrarono tutte al Signore in varie Congregazioni Religiose. La madre, rimasta vedova, entrò nelle Suore Adoratrici e morì santamente a Rio de Janeiro nel 1917. Si è iniziato il regolare processo diocesano, nella speranza che possa essere la prima santa brasiliana.

          Il grande Vescovo di Germania, de Ketteler, ricevette un giorno varie insistenze dei suoi diocesani che gli chiedevano dei buoni sacerdoti. Rispose: Sì, datemi buone madri di famiglia, io vi darò buoni Sacerdoti. S. Giovanni Bosco ebbe per madre una santa

 


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donna, Margherita, che lo preparò alla grande missione con un’educazione cristiana in tutto il senso della parola.

          Il Beato Vincenzo Pallotti, appena nato, venne dalla madre portato in chiesa ed offerto alla Mamma Celeste.

          S. Agostino, Dottore della Chiesa, deve a sua madre la sua conversione. Egli ringraziava il Signore: «Mio Dio, devo tutto a mia madre».

          Opera feconda per la cristianizzazione del mondo è questa: che i genitori sentano il vivo desiderio di consacrare qualche figlio al Signore. Se passano al matrimonio con tale aspirazione e poi sempre chiedono al Signore questa grazia, molto sarà fatto per le anime. Abbiano un vivo desiderio, una santa ambizione, moltiplichino le sante industrie, lascino la libertà ai figli nella scelta dello stato; ma li circondino di tutte le cure perché crescano nell'innocenza, virtuosi, docili.

          Vi sono genitori, buoni cristiani, che amano avere sacerdoti zelanti; ma non vogliono che i loro figli divengano sacerdoti. Arrivano anche ad opporsi alla vocazione, a distoglierli con vari pretesti ed in molte maniere.

          «Un fanciulletto buono ed intelligente assisteva alla mia prima Messa. Io avevo pregato fervorosamente perché quel bambino divenisse sacerdote. Infatti ne mostrò il desiderio e lo espose al padre. Questi, dapprima ne parve contento; ma poi, per motivi di umano interesse, si oppose. Sei mesi dopo il fanciullo moriva. I medici non sapevano del tutto spiegarsi il suo male» (Erasmo).

          Il P. Romen Faria S. J. raccontava: «Edoardo

 


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viveva lieto in Seminario: e già si avvicinava all'Ordinazione con tanto gaudio e fervore. I Superiori nutrivano le più belle speranze su di lui. Ma ecco il padre a sussurrargli: meglio la carriera del medico: da più guadagno; è posizione più rispettata. Il figlio si trovò in una terribile lotta; e, dopo tentennamenti, finì col cedere. Erano passati dieci mesi, quando Edoardo fu assalito dal tifo. Morì il giorno in cui avrebbe dovuto ricevere gli Ordini Sacri».

          «Voglio fare di mio figlio un santo» diceva la madre di S. Atanasio.

          «Grazie, mille volte grazie, o Signore, per averci dato per madre una santa» dicevano San Basilio e S. Gregorio di Nissa, alla morte della mamma S. Amelia.

          La gioia di essere madre di un Sacerdote eccola descritta in una lettera che riproduce il famoso P. Guglielmo Doyle S.J. in uno dei suoi begli opuscoli:

          «Cara amica, benedici Iddio con me, poiché ora sono madre di un Sacerdote. Quando ventiquattro anni fa mi nacque un figlio, mi sentivo inondare di gioia: lo presi in braccio, tesi spesso la mano verso la culla per assicurarmi che i miei desideri e i miei sogni erano adempiuti. Sì, c'era mio figlio.

          «Ma come è differente e quanto più elevata la gioia che riempie oggi la mia anima! Commozioni così pure mai le ho sentite. Adesso sono la madre di un Sacerdote!

          «Quelle tenere manine che io baciavo così amorosamente ventiquattro anni fa, sono ora consacrate, destinate a portare e trattare il Pane di Vita.

 


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          «Quella mente che per mezzo di me ricevette le prime luci, è posta adesso al servizio di Dio.

          «Quel corpo che io ho nutrito e curato, passando in veglia tante notti, quel corpo ora è sacro. Collocato al servizio di un'anima di sacerdote, dovrà affaticarsi, riconciliando i peccatori, insegnando agli ignoranti, distribuendo il corpo santissimo di Gesù Cristo a quanti si accostano a chiederlo.

          «Quel cuore, quel cuore di vergine, che non palpitò al contatto di altro cuore che il mio, ora è santificato.

          «Quando il Signore gli metterà sulla strada qualche peccatore fuorviato, egli saprà dirgli parole d'incoraggiamento che lo ricondurranno alla via della verità! Sì, egli passerà facendo del bene; sarà un sacerdote secondo il Cuore di Gesù!

          «Dio onnipotente, grazie, grazie... Questo sacerdote fu mio. La sua anima ricevette la sua tempra dalla mia, e s'accese del Tuo amore dalla mia.

          «D'ora innanzi non è più mio, è tuo. Proteggilo anche dall'ombra del male. Egli è di terra, perciò fragile; liberalo da ogni peccato; non permettere che Ti offenda giammai. Dio onnipotente, io amo Te e amo lui; lo rispetto: è sacerdote Tuo!

          «Al momento della S. Comunione, l'accolito vide che mi avvicinavo e recitò il " Confiteor ". Il Celebrante si voltò verso di me ed alzò la sua mano: era l'assoluzione per sua madre. Il figlio mio, commosso, con mano tremante, prese il Ciborio e si diresse verso di me. Che incontro! Dio, il Suo Sacerdote ed io!

 


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          «Pregai? Non lo so. Una strana serenità dominò e contenne per allora il mio spirito, che eruppe in un vivo ringraziamento. Dio mio! Figlio mio! Sono forse troppo felice. Ho avuto dei giorni felici nella mia vita, ma come questo nessuno. Per la prima volta concepisco come si passerà con Dio il momento senza fine dell'eternità.. Addio, non posso descrivere più».

          Raccogliendovi in Dio, sentite ed assecondate le sue ispirazioni.

 

 

 




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