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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
b) Pregare, appunto perché non si era pregato: contraria contrariis curantur.
«Sperate in eo omnis
congregatio populi»15; «Quoniam in me speravit, liberabo eum: protegam eum... eripiam eum, et
glorificabo eum»16.
Ricominciare davvero a fare ciò che si era trascurato. Incominciamo a pregare
in questi giorni: gli Esercizi stessi sono preghiera, preghiera vocale,
preghiera mentale, preghiera vitale.
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Il nostro orario, lo spirito di mortificazione, tutto quello che ci si offre in questi giorni, è preghiera vitale; le meditazioni, le riflessioni, gli esami di coscienza sono preghiera mentale; le orazioni, che andiamo dicendo nella giornata, sono preghiere vocali. Abbondiamo, suppliamo e ripariamo.
Il sacerdote che prega, è un sacerdote formidabile al demonio: «Tamquam leones exspirantes ab hac mensa recedamus, facti diabulo terribiles»d, specialmente per la S. Messa; ma il sacerdote che non prega, diventa uno zimbello del diavolo. Il diavolo lo avrà solo legato con un filo, con piccole negligenze, ma basta un filo per l'uccello. Se il ragazzo ha legato l'uccello per una zampa, lo fa ricadere come vuole, quando vuole, dove vuole. Invece, quando un sacerdote prega, è potente. Dio solo è potente; ma stando con Gesù Cristo, partecipiamo della sua potenza: «Qui manet in me, et ego in eo, hic fert fructum multum».
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Diceva il B. Cafasso ad un'anima:
– Ebbene, giacché non volete arrendervi a nessuna esortazione, permettetemi almeno che io preghi per voi.
– Ma sì, preghi subito, mi farà piacere.
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– Ma, badate bene: un prete quando prega è ascoltato da Dio!
– Sarà tanto meglio.
– E allora preparatevi alle conseguenze, a quello che succederà.
– Ma che cosa vuol dire? – domandò l'ostinato peccatore, un po' sconcertato.
– Vi dico di prepararvi a quello che può succedervi.
– Ripeto che quando un prete prega, viene ascoltato; io pregherò per voi, che questa catena sia finita; e allora il Signore, vedendo che non la fate finita voi, la farà finita lui, onde non abbiate da meritarvi un inferno più profondo.
– Ma allora non preghi.
– Vi ripeto: o finitela, oppure pregherò: non occorre più il vostro permesso.
Preghiamo, onde ottenere le grazie alle anime a noi affidate e condurle
tutte al porto della salvezza: «Quos dedisti mihi, custodivi: et nemo ex eis
periit»17.
Scuotiamo la nostra tiepidezza. È qui, che trovasi il bacillo dello spirito, la
ragione di tutti i nostri dubbi, disorientamenti e scontenti; è qui la
spiegazione di una vita senza frutti, con solo foglie e
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fiori di parole e desideri, simile alla ficaia del Vangelo.
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Ti avverto – dice S. Paolo a Timoteo – perché tu faccia rivivere la grazia che ti venne comunicata coll’imposizione delle mie mani: «Admoneo te ut resuscites gratiam Dei, quae est in te per impositionem manuum mearum»18. Gli Ebrei, che non fecero alcun conto della terra promessa, meritarono di venire esclusi: perirono prima; S. Ambrogio dice: «Dio è presente a quelli che lo cercano, ma si nasconde ai tiepidi; i benefici celesti sono concessi non a quei che dormono, ma agli avveduti e vigilanti».
Ricordiamo Giuditta. Era oramai decisa la resa della città di Betulia ad Oloferne entro cinque giorni. Infatti, l’esercito di Oloferne era di 120.000 combattenti; gli acquedotti che conducevano acqua alla città erano stati tagliati; il popolo era oramai senza cibo.
Giuditta esortò alla preghiera, alla penitenza, alla fede in Dio. Ella pregò lungamente. Sappiamo ciò che avvenne. Oloferne fu ucciso; l'esercito sbaragliato e disfatto; la città liberata.
Allora il Sommo Sacerdote Ioachim da
Gerusalemme andò a Betulia con tutti gli anziani. Il canto fu commovente. Giuditta venne esaltata: «Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu la letizia d’Israele, tu l'onore del nostro popolo; perché hai agito virilmente e il tuo cuore è stato forte»19. Giuditta, a sua volta, cantò: «Cominciate a lodare il Signore... Egli stritola gli eserciti... Egli pose il suo campo in mezzo al suo popolo, per liberarci dalle mani di tutti i nostri nemici»20.
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