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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
a) Pace degli uomini, ossia la
salute dell'anima nostra, le grazie ad salutem ducentia», le cose
che conducono a salvezza le nostre anime. Noi dobbiamo chiedere la fede, la
speranza, la carità; l’osservanza dei comandamenti; lo spirito religioso; lo
spirito sacerdotale; la grazia di evitare il peccato, di aumentare il merito.
Dobbiamo chiedere di celebrar bene il santo
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sacrificio della Messa; di imparare la scienza sacra ed anche profana in quanto ci serve a maggior merito; di aver sempre retta intenzione nelle nostre opere.
Ed oltre che la salvezza della nostra anima, anche le grazie per la salvezza del prossimo: prima dei più prossimi, poi dei meno prossimi, e cioè, prima delle persone verso cui abbiamo degli obblighi di giustizia, o di riconoscenza, o di pietà, o di carità. Prima le anime che sono più vicine a noi per qualche ragione soprannaturale o naturale; poi la salvezza delle anime che sono un po' più lontane da noi, ma che tuttavia in Gesù Cristo ci sono care, perché redente col medesimo sangue, rigenerate al comune fonte battesimale, figliuole anch'esse in lotta contro il demonio e le passioni, se si tratta della Chiesa militante; in purgazione, se si tratta delle anime della Chiesa purgante. Dice lo Spirito Santo: «Et mandavit illis unicuique de proximo suo»28.
Con la preghiera s'impetra la misericordia e la pazienza; s'impetrano gli
aiuti materiali; si ottiene il pane; si ottiene il dolore dei peccati; si
acquista la purezza, la salute, la sapienza celeste: «Si quis autem
vestrum indiget sapientia, postulet a Deo, qui dat omnibus
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affluenter»29; con la preghiera si ottiene il paradiso.
Quel peccatore, che forse è macchiato da capo a piedi di peccati, se mormora, con cuore contrito: Gesù mio, misericordia! è mondato. È breve questa giaculatoria, questa preghiera, ma detta con le dovute disposizioni: di cuore e con volontà, ottiene perdono. Invece che l'inferno, in quel cuore viene ad abitare il Signore stesso, e se quella persona vuole, avrà per eredità, porzione e possesso, per tutta l'eternità Iddio. Disse il buon ladrone: «Domine, memento mei, cum veneris in regnum tuum»30. Rispose Gesù a quell'ostinato, che tanto male aveva fatto nella sua vita: «Hodie mecum eris in paradiso»31.
Inoltre, pregar per tutti gli uomini. Dice San Giacomo: «Pregate l'uno per l'altro, per essere
salvati, perché molto può l'assidua preghiera del giusto»32. E S. Paolo, il nostro Padre: «Obsecro igitur primum omnium fieri obsecrationes, orationes,
postulationes, gratiarum actiones pro omnibus hominibus»33. Il Divin Maestro Gesù ci ha
insegnato il Pater noster in plurale: «Padre nostro, che sei nei cieli... Dacci oggi il nostro pane
quotidiano, e
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rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male»34. Preghiamo in plurale, per tutti gli uomini.
Se tutti gli uomini hanno un posto nel Cuore di Gesù, lo trovino anche nel nostro cuore. Amiamoli, perché Gesù li ama; abbiamo un cuore largo; al luogo del cuore nostro egoista dovremmo chiudere nel nostro petto il Cuore sacratissimo di Gesù: «Cor Pauli, Cor Christi erat»e (S. Giov. Grisost.).
Chiedere i doni che servono a salvarsi: la conservazione dell'innocenza ai bambini; la vittoria contro le passioni alla gioventù; l’umiltà agli adulti; la rassegnazione ai vecchi. Dobbiamo chiedere che si allontani il vizio della bestemmia, la moda indecente, la stampa cattiva, il divertimento cattivo; che si allontani la diffusione dell'errore; che tornino nel seno della Chiesa gli eretici; che conoscano il santo Vangelo i pagani; e poi tutte le grazie pastorali che possano a noi essere indicate o che noi stessi conosciamo essere necessarie.