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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
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b) S. Viatico.

            b) S. Viatico. Domanderà poi il Viatico, questo infermo fervoroso. Sì, domanda Gesù; nei momenti difficili non si deve ricorrere a Gesù? Sempre egli faceva così: nelle tentazioni, nelle difficoltà, nelle contraddizioni subito ricorreva a Gesù. Gesù è stato la sua luce, la sua speranza, il suo conforto in ogni passo; e come non lo sarebbe ora che si tratta del passo decisivo per cui metterà piede in paradiso?

            Dolce comando: il Viatico agli infermi! Gesù viene all'infermo per incontrarlo, per dirgli che speri come nel più buono degli amici e che non devono temerlo giudice, quelli che lo cercano salvatore.

            Sacerdote zelante della cura spirituale per gli infermi, che soccorreva, consolava, preparava



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al passo: tutto il conforto portato agli altri, viene dato a lui dal Signore! La misura usata per gli altri verrà applicata a voi: «In qua mensura mensi fueritis, remetietur vobis»12. Chi ha cuore per i bisognosi, trova il Cuore di Gesù: «Salus in Te sperantium, spes in Te morientium, deliciae sanctorum omnium»13. Quest'anima fervente ben poco ricorreva agli uomini in vita: sempre a Dio! Ed ora crediamo noi che faccia lunghi trattenimenti coi medici, cogli amici? Denaro, salute, posizione, scienza, tutto sta per fallire: l’àncora di salvezza è il Signore! In Lui risurrezione e vita: «Ego sum resurrectio et vita»14. Pare che gli faccia sentire il Signore dall'Ostia: «Qui credit in me, etiam si mortuus fuerit, vivet»15; «In te, Domine, speravi, non confundar in aeternum»16. Una sola è la vera amicizia: quella di Dio.

            Devotamente aspetta e si prepara. Arriva il sacerdote portando l'Ostia Santa. Con che sguardo si salutano Gesù e il suo buon amico, il sacerdote zelante, il religioso fervente, il cristiano sincero! come si guardano in faccia! L'amplesso che ora si daranno, sarà un amplesso



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che principia nel tempo e durerà nell'eternità: questo sarà l'ultimo indistruttibile sigillo di amore. «Ecce Agnus Dei», dice il ministro di Dio; guarda per l'ultima volta Gesù coperto dai veli eucaristici: da qui innanzi lo contemplerai svelato in cielo. «O sacrum convivium in quo Christus sumitur... futurae gloriae nobis pignus datur»17.

            Infatti, Gesù, nel Sacramento d'amore, prega il Padre per l'anima fedele: «Pater, quos dedisti mihi, volo ut ubi sum ego et illi sint mecum»18.

            Ricevuta l'ultima comunione, fa seguire un fervoroso ringraziamento. L'infermo vuole starsene solo a colloquio con Gesù, e ringraziarlo d'averlo fatto cristiano, sacerdote e religioso; vuol sfogare i sentimenti del suo cuore: fede, speranza, carità, dolore dei peccati; vuole immedesimarsi con Gesù quando agonizzava nell'orto del Getsemani, vittima per i peccatori; vuol dire con Gesù agonizzante sulla croce: «Domine, in manus tuas commendo spiritum meum»19; vuol sentire dalle labbra del Crocifisso: «Hodie mecum eris in paradiso»20.

            Chi in vita riceve bene la comunione, ha una caparra di ricevere bene il Viatico in morte;



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chi celebra bene la Messa, ha una caparra di trovar dolce l'incontro, in quella camera, su quel letto, per l'ultima volta, con Gesù; chi fa bene la Visita al SS.mo Sacramento e si intrattiene con familiarità col Signore, ha una caparra di sentire allora: Vengo a te, perché tu venisti a me: «In carcere eram, et venistis ad me»21.

 

           




12 Marc. IV, 24. “Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi”.

13 Lit. Ss. Cordis Jesu. Salvezza di chi spera in te, speranza di chi muore in te, felicità di tutti i santi.

14 Jo. XI, 25. “Io sono la risurrezione e la vita.

15 Ib. “Chi crede in me, anche se muore, vivrà.

16 Ps. XXX, 2. “In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso.

17 Rituale Romano. “O sacro convito, nel quale ci si ciba di Cristo…, ci vien dato il pegno della gloria futura.

18 Jo. XVII, 24. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io”.

19 Luc. XXIII, 46. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

20 Luc. XXIII, 43. Oggi sarai con me nel paradiso.

21 Matth. XXV, 36. “Ero carcerato e siete venuti a trovarmi.




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