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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo
Oportet orare

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Meditazione II. — L'INFERNOGiorno III.

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SACRA SCRITTURA

 

Le colpe dei farisei

 

            Allora Gesù, volgendosi alle turbe e ai discepoli, disse: Sulla cattedra di Mosè si assisero gli Scribi e i Farisei: osservate e fate adunque tutto ciò che vi diranno; ma non vogliate imitarli, ché dicono e non fanno. Difatti, legan pesi grandi e insopportabili e ne carican le spalle della gente: ma essi non li vogliono neppure muovere con un dito. Fanno poi tutte le loro opere per essere veduti: perciò portan più larghe le filatterie, più lunghe le frange: amano i primi posti nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe, ed i saluti nelle piazze, ed essere dalla gente chiamati maestri. Ma voi non vogliate essere chiamati maestri: perché uno solo è il vostro maestro, voi siete tutti fratelli. Né chiamate alcuno padre sulla terra perché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli.fatevi chiamar guide perché l'unica vostra guida è il Cristo. Chi è maggiore tra di voi, sarà vostro ministro. Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato. Ma guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché serrate in faccia alla gente il regno dei cieli; ché né c'entrate voi, né lasciate entrar chi è alla porta.

                                                      (Matt. XXIII, 1-13).

 



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            Meditiamo la più terribile verità di nostra santa Religione: l'inferno. Essa è un motivo formidabile per risolverci a schivare, ad ogni costo, il peccato, e a darci ad una vita santa. Risolveremo ancor più fermamente di pregare, poiché chi prega si salva dall'inferno e guadagna il cielo; mentre chi non prega si dannerà. Chi spesso considera l'inferno, lo schiverà, chi invece trascura di meditar l'inferno, è in grave pericolo di cadervi. «Descendamus in infernum viventes», col pensiero, con la meditazione, «ne descendamus morientes»a! dice San Bernardo.

            Quanti si sono fatti santi con questa considerazione; quanti sono risorti da una vita disordinata; quanti si sono consacrati a Dio; quanti si sono dati con tutto lo zelo ancora alla salvezza delle anime. Diceva un pio scrittore che il pensiero dell'inferno ha popolato il cielo: molti, infatti, hanno deciso di darsi a Dio ed hanno preso la buona via per timore di perdersi. «Initium sapientiae timor Domini»1; il timore del Signore è il primo dei doni dello Spirito Santo; per esso si sale alle maggiori altezze.

 



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            Considereremo: 1) che cosa sia l'inferno; 2) le pene dell’inferno; 3) come evitare l’inferno.

 

           




aScendiamo all’inferno da vivi, per non discendervi da morti”.

1 Ps. XV, 10. Principio della sapienza è temere il Signore” (Sir 1,12).




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