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Sac. Giacomo Alberione, Primo Maestro della Pia Società San Paolo Oportet orare IntraText CT - Lettura del testo |
c) Invocare lo Spirito Santo che risani la mente nostra.
c) Invocare lo Spirito Santo che risani la mente nostra. La mente nostra, dopo il peccato originale, è soggetta a tante infermità: irriflessione, dimenticanza, errore, tardanza di ingegno, confusione, oscurità, fallacie nel giudizio e raziocinio, ecc.
L'esercizio e la disciplina interiore che l'uomo impone a se stesso molto valgono; ma non bastano. Gesù Cristo è la luce che illumina ogni uomo e ripara le infermità della mente con la grazia medicinale. Gesù Cristo è la luce soprannaturale che redense l'uomo dall'errore e per la fede lo porta ad altezze che eccedono le forze della natura, (veritas liberabit vos), mediante la rivelazione e l'ispirazione. Gesù Cristo «Ego sum Veritas» «Qui sequitur me non ambulat in tenebris»p ci guida, sorregge, fortifica nella libertà dei figli di Dio. «Per fidem operati sunt justitiam»q; le opere seguiranno la fede; come all'incontro, «de corde enim exeunt cogitationes malae, omicidia adulteria, fornicationes, furta, ecc.»46.
I Santi vivevano, operavano, camminavano alla luce del Tabernacolo, alla
luce dello Spirito Santo. Il castigo più grande che attiri il peccato è la
cecità della mente; la benedizione
massima che ha il giusto, si è la luce di Dio sulla terra; i suoi passi saranno nella strada retta: la luce eterna però risplenderà come visione d'amore in eterno: «luce intellettual piena d'amore»47.