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Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

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3. La morte è la separazione da tutto: dalle ricchezze, dal mondo, dalle persone.

       [38]  3. La morte è la separazione da tutto: dalle ricchezze, dal mondo, dalle persone. Passerò dalla vita presente all’eternità. Si legge nella sacra Scrittura il lamento dei dannati: «Qual vantaggio ci ha apportato la boria delle ricchezze?» (Sp 5,8); abbiamo sbagliato! All’uomo ricco viene detto: «Insensato! Questa notte stessa ti verrà richiesta la vita; e quello che hai preparato per chi sarà?” (Lc 12,20).

       I parenti e gli amici accompagneranno il mio cadavere al cimitero, e poi torneranno alle loro case; io da solo dovrò presentarmi al tribunale del Giudice.

 

       [39]  Rifletterò: «Temi Dio ed osserva i suoi comandamenti: questo è tutto l’uomo» (Ec 12,13). Se volete essere ricchi, amate le ricchezze vere, ossia i meriti per la vita eterna. «Fatevi degli amici con le ricchezze che sono occasione d’iniquità, affinché quando verrete a mancare, vi ricevano nei tabernacoli eterni» (Lc 16,9).

       Il mio unico amico è Cristo; coltiverò sempre questa amicizia; aspetterò questo amico al punto della mia morte; confido di incontrare dopo morte più l’amico che non il giudice, che dirà all’anima mia: «Vieni, tu sarai coronata» (Cn 4,8 Vg).

 




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