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Giacomo Alberione, SSP Sacerdote, ecco la tua meditazione IntraText CT - Lettura del testo |
3. Ma, quando Gesù ebbe preso l’aceto.
[57] 3. «Ma, quando Gesù ebbe preso l’aceto, esclamò: «Tutto è compiuto!» (Gv 19,30).
«Son disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma quella di colui che mi ha mandato» (Gv 6,38); «Io son venuto perché abbiano la vita» (Gv 10,10); «Io non cerco la mia gloria» (Gv 8,50). Tutto si compì in Gesù: le profezie, la Chiesa fondata, i sacramenti istituiti, la dottrina predicata, la redenzione compiuta, la gloria data al Padre e la pace agli uomini. «Tutto è compiuto!» (Gv 19,30).
Fa’, o Signore Gesù Cristo, che io fedelmente corrisponda alle grazie di elezione, vocazione e missione, in modo che quando tu mi dirai: «Rendi conto della tua amministrazione» (Lc 16,2), possa rispondere con fiducia: «Signore, tu mi desti cinque talenti, ecco, io ne ho guadagnati altri cinque» (Mt 25,20).
[58] «Ma Gesù, gridando a gran voce, disse: Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio! E, detto questo, spirò» (Lc 23,46).
Ecco la parola di amore, di speranza e di umiltà; l’offerta volontaria di se stesso; la frase che racchiude esempio e preghiera per noi.
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché hai redento il mondo con la santa morte tua in croce. Tu sei degno, o Signore,... perché sei stato immolato e col tuo sangue ci hai ricomprati a Dio... e ci hai fatti re e sacerdoti davanti a Dio» (Ap 5,9 s.). Ti amo perché mi hai amato; credo perché hai confermato con la tua morte le parole che hai detto; spero perché ogni giorno il sangue tuo è nel mio calice. Venite, o popoli, adoriamo, prostriamoci,... piangiamo.
Reciterò ogni sera con grande divozione il «completorio», e porrò speciale attenzione alla frase: «Nelle tue mani raccomando lo spirito mio!» (Lc 23,46).