Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
Sacerdote, ecco la tua meditazione

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 52 -


2. Pena dell’anima.

       [63]  2. Pena dell’anima. - «Il loro verme non morrà” (Is 66,24). L’anima nell’eternità considererà specialmente cinque cose, come dice S. Alfonso de’ Liguori: il

 



- 53 -


 

minimo per cui si è dannata; il poco che doveva compiere per salvarsi; il grande numero di coloro che si sono salvati, pur trovandosi in gravissime difficoltà; il fatto che si è dannata per colpa propria, e volontariamente, e non per una disgrazia, per caso, per ignoranza, o per cattiveria altrui; ed infine l’impossibilità assoluta di trovare un rimedio a tanta rovina.

       Al giudizio universale gli empi, alla vista dei giusti, «saranno agitati da orribile spavento e resteranno meravigliati dell’inaspettata e repentina salvezza. E diranno tra sé, tocchi da pentimento, e gementi per l’affanno del loro spirito: “Ecco quelli che una volta erano l’oggetto delle nostre derisioni, l’esempio dell’ignominia! Noi, insensati, stimavamo la loro vita una pazzia e senza onore la loro fine; ecco che essi sono annoverati tra i figli di Dio ed hanno il loro posto fra i santi. Dunque siamo noi che abbiamo sbagliato, lungi dalla via della verità, per noi non brillò la luce della giustizia, per noi non sorse il sole dell’intelligenza! Ci stancammo nella via dell’iniquità e della perdizione, camminammo per vie difficili, e non arrivammo a conoscere la via del Signore. A che ci ha servito la superbia? Qual utile ci ha apportato la boria delle ricchezze? Tutte queste cose son passate come un’ombra, come rapido messaggero, come nave che attraversa l’onde agitate, della quale, passata che sia, non se ne trova più la traccia, né il solco della sua carena tra i flutti; come uccello che vola per l’aria senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio, eccetto il frullo delle ali attraverso l’aura leggera, rotta dallo slancio del volo: battendo le ali passò e non è possibile trovare alcun segno del suo passaggio; come freccia scagliata al bersaglio: l’aria da lei divisa ritorna subito al suo posto in modo che è impossibile sapere per dove è passata. Così noi appena nati cessammo d’essere, e, senza riuscire a mostrare alcun segno di virtù, restammo consumati dalla nostra malvagità”. Così dicono nell’inferno i peccatori» (Sp 5,2-14 Vg).

 




Precedente - Successivo

Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL